Non c’è pace per i terremotati del Centro Italia. Ad Arquata da qualche giorno chi vive nelle cosiddette casette è rimasto al freddo. E’ bastato che la temperatura scendesse sotto lo zero per bloccare i boiler e far scoppiare un’ondata di polemiche sulla ditta che ha realizzato il progetto. A restare senza acqua calda sono molte delle 186 famiglie che dopo il sisma vivono in questa situazione destinata a non essere temporanea. Il problema, per chi si è ritrovato senza casa, è un dramma: gli scaldabagno sono sui tetti, esposti al gelo e il tubo che trasporta l’acqua calda quando la colonnina di mercurio raggiunge meno otto gradi ghiaccia. “Dovevano pensarci prima: siamo a 1.500 metri, era normale che arrivassero l’inverno e il gelo. Evidentemente non si è tenuto conto che poteva accadere un incidente di questo tipo”, spiega il vice sindaco Michele Franchi che ieri pomeriggio si è recato a Roma presso la sede del dipartimento della Protezione Civile per trovare una soluzione.

“Non vogliamo fare polemiche. Le casette sono dignitose ma esistono dei problemi che vanno presi in considerazione al più presto. I lavori fatti sono stati troppo sbrigativi e qualcuno doveva pensare che in montagna con il gelo sarebbero congelate le tubature. Mi hanno spiegato che i boiler andavano messi sui tetti in quanto si tratta di case in classe A ma a queste temperature non si può pensare che le tubazioni resistano”.

A prendersela con la ditta assegnataria è anche il vescovo ascolano Giovanni D’Ercole, il quale ieri ha inviato una mail al commissario per la ricostruzione Paola De Micheli, segnalandole i tanti problemi che sono stati riscontrati dagli abitanti di quelle casette che lo stesso monsignore aveva definito “non dignitose” e ‘malmesse”. Il vescovo ha incontrato a Roma lo stesso commissario, in occasione del tavolo tecnico al quale hanno partecipato tutti i presuli delle diocesi incluse nel cratere e già lì aveva espresso le sue criticità.

Dal canto loro a Roma hanno assicurato di essere pronti a metter mano alla situazione con un intervento d’urgenza e un altro più stabile in grado di coibentare i boiler affinché la gente possa avere la certezza dell’acqua calda in ogni stagione. Una necessità che conosce bene Martina Petrucci che vive in una di queste casette: “Fortunatamente, forse grazie all’esposizione al sole, a casa mia non è mai mancata l’acqua calda, ma molte persone da giorni stanno soffrendo il freddo. Va trovata una soluzione il prima possibile, la gente non può trascorrere un inverno così”.

Il vice sindaco ha chiesto anche una manutenzione ordinaria e l’apertura di un numero verde da parte della ditta in modo da poter chiamare in caso di necessità: “Serve un collaudo in tutte le casette perché molte hanno degli spifferi che non permettono di riscaldare in maniera adeguata l’ambiente. Qui la gente potrebbe restare per anni e deve poter abitare in maniera dignitosa. Non vogliamo la luna chiediamo solo la manutenzione ordinaria. Speriamo che anche ad Arquata si possa trascorrere un Natale al caldo”.

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