Shazam, l’app che “indovina” le canzoni che stiamo ascoltando, è ora proprietà di Apple. Il colosso di Cupertino ha ufficializzato l’acquisizione, senza specificare però il costo dell’operazione che, si stima, intorno ai 400 milioni di dollari. Una cifra comunque inferiore rispetto alla valutazione fatta durante una delle ultime raccolte fondi, quando Shazam era data a un miliardo di dollari. Tra le motivazioni che hanno spinto Apple all’acquisto c’è la volontà di aumentare il traffico e gli introiti di Apple Music e iTunes Store: già oggi infatti, è possibile acquistare o ascoltare il contenuto ricercato con i “tag” che rimandano a Spotify o all’iTunes Store. Ora, potendo gestire direttamente i collegamenti esterni del servizio, è evidente che Apple ne approfitterà per indirizzare gli utenti verso il proprio ecosistema, un’arma in più per invogliare a fare shopping sul suo catalogo.

Shazam è in grado di identificare non solo qualsiasi canzone, ma anche programmi televisivi, film o annunci pubblicitari con un ascolto di pochi secondi. Un servizio di grande successo, che conta 1 miliardo di download e circa 175 milioni di utenti mensili. La stessa Apple, nel comunicare l’esito positivo della trattativa, ha voluto sottolineare l’eccellente seguito di cui gode l’applicazione, definita una delle app più popolari per iOS,  utilizzata da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. “Apple Music e Shazam sono una scelta naturale, condividono la passione per la scoperta musicale e offrono esperienze musicali eccezionali ai nostri utenti – ha sottolineato il portavoce di Cupertino, Tom Neumayr – Abbiamo piani entusiasmanti e non vediamo l’ora di unirci a Shazam dopo l’approvazione dell’accordo”.

Nel 2015 Shazam ha presentato il suo motore di riconoscimento visivo e, a marzo 2017, ha annunciato una piattaforma di realtà aumentata su larga scala. Al momento del lancio, la piattaforma ha consentito agli utenti di scansionare i codici Shazam con il contenuto dei partner visualizzati su uno smartphone dopo la scansione.

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