Vittoria annunciata, ma di dimensioni straordinarie, quella della coalizione nazionalista al ballottaggio per le “territoriali” in Corsica: la coalizione di Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni, Pè a Corsica, che aveva vinto al primo turno con il 45,36%, ha ottenuto il 56,9% alle elezioni per la scelta dei rappresentanti nella nuova assemblea unica dell’isola secondo il primo exit poll Ipsos/Steria per France 3 Corse. “E’ un grandissimo risultato, adesso vogliamo più autonomia“, esultano Talamoni e Simeoni, alleati e al governo dal 2015. Per loro le ambizioni di una Corsica indipendente dalla Francia sono acqua passata, come gli attentati e gli uomini incappucciati: “Abbiamo bisogno di tutti – dicono – c’è un paese da costruire”.

Sul sindaco di Bastia, Gilles Simeoni, e sull’ex combattente indipendentista Guy Talamoni, oggi presidente dell’Assemblea di Corsica, sono piovuti al secondo turno anche i voti che al primo aveva preso il partito dei ‘duri’, l’indipendentista U Rinnovu. Si sapeva che, dopo aver racimolato appena il 6,69% al primo turno non avrebbero fatto dichiarazioni di voto a favore dei moderati, ma Paul-Felix Benedetti, il loro leader e capolista, aveva esultato per il fatto che “dei nazionalisti” avessero “ottenuto la maggioranza assoluta”.

Amplificato dal premio elettorale per questo scrutinio, che è avvenuto con il proporzionale, il successo dei nazionalisti è senza discussioni. Le altre liste rimaste in lizza – la destra regionalista di Jean-Martin Mondoloni, i Republicains di Valerie Bozzi e i macronisti de La Republique en Marche di Jean-Charles Orsucci – sono state surclassate e hanno finito la corsa con distacchi enormi (rispettivamente 16,55%, 13,3% e 13,3%). In termini di seggi, sul totale di 63, ai nazionalisti ne andrebbero ben 42, un risultato storico.

Se la Catalogna è lontana e di staccarsi dalla Francia non si parla più da tempo, la prospettiva del trionfo della coalizione Pé a Corsica è comunque ambiziosa e articolata fin dalla campagna elettorale su tre rivendicazioni: amnistia per i cosiddetti “prigionieri politici“, lingua corsa con pari diritti del francese e varo dello status di residente corso, per far fronte all’invasione immobiliare sull’isola, stando a quanto proclamato durante i comizi. Dallo scrutinio di oggi nasce la nuova collettività territoriale unica – 63 consiglieri con mandato di 3 anni e mezzo, fino al 2021 – che prenderà il posto dei due consigli dipartimentali esistenti e della Regione.

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