Ancora qualche giorno d’attesa. Poi Marcello Dell’Utri saprà cosa ha deciso per lui il tribunale di sorveglianza di Roma. Potrà essere liberato perché le sue condizioni di salute sono incompatibili col carcere? O dovrà scontare per intero la condanna a sette anni per concorso esterno a Cosa nostra? A stabilirlo saranno i giudici che oggi hanno discusso per oltre due ore in un’udienza a porte chiuse. Nel pomeriggio comincerà la camera di consiglio. Qualsiasi decisione, però, sarà resa nota solo dopo che il tribunale avrà depositato le motivazioni. Un compito per il quale i giudici hanno a disposizione fino a cinque giorni di tempo.

Ad esprimere parere contrario agli arresti ospedalieri per Dell’Utri, è stato il procuratore generale di Roma, Pietro Giordano. Una posizione che si basa sulle conclusioni dei periti del tribunale. Gli specialisti nominati dai giudici ritengono che la condizione di salute dell’ex senatore sia infatti compatibile con la detenzione. Per i medici il tumore alla prostata del braccio destro di Silvio Berlusconi, emerso dopo analisi recenti, è operabile mentre la patologia cardiologica di cui è affetto è stabile. Opposto, invece, il parere dei consulenti nominati dalla procurae ovviamente dalla difesa dell’ex presidente di Publitalia 80. Nella relazione, questi ultimi, hanno indicato anche cinque strutture ospedaliere, tre a Milano e due a Roma, dove Dell’Utri potrebbe essere trasferito in regime di arresti ospedalieri.

“Non ce la faccio più, mi sento provato e stanco“, ha detto nei giorni scorsi il fondatore di Forza Italia ai suoi legali, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi. I legali, al termine dell’udienza davanti al tribunale di sorvegliana, hanno affermato che una decisione contraria da parte dei giudici “potrebbe avere delle ripercussioni psicologiche gravi sul detenuto che sta affrontando un sconto di pena faticosa alla luce della gravi condizioni di salute in cui versa”. I difensori si augurano che “il tribunale non perda di vista il problema di un uomo di 76 anni che sta affrontando una pena in vari reparti ospedalieri. La detenzione domiciliare o ospedaliera, come hanno valutato i nostri consulenti, è una soluzione più che ragionevole, oltre che umana”.

Appena ieri a chiedere informazioni sullo stato di salute di Dell’Utri al governo italiano era stata la  Corte europea dei diritti umani. Tramite gli avvocati Bruno Nascimbene e Andrea Saccucci (gli stessi che hanno assistito Silvio Berlusconi davanti alla corte di Strasburgo) l’ex senatore ha presentato il 20 dicembre del 2014 un ricorso alla Cedu in cui ha sostenuto di essere stato condannato in base a una legge entrata in vigore in una data successiva alle contestazioni: in pratica lamenta il fatto che il concorso esterno gli stia stato “applicato retroattivamente” perché il reato per cui è stato condannato è stato commesso fino al 1992 e di essere stato giudicato due volte (il processo in appello è stato celebrato due volte dopo un annullamento della Cassazione). Una fattispecie molto simile a quella di Bruno Contrada, che si è visto annullare la sua condanna per concorso esterno proprio perché si riferiva a fatti precedenti al 1994, anno in cui quel tipo di reato era stato normatizzato. Una decisione arrivata anche a causa di un errore dei rappresentati dello Stato Italian0, ma che ora fa ben sperare anche lo stesso Dell’Utri.

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