«Se dite No, dite No per sempre», terrorizzava gli elettori Matteo Renzi. “In gioco c’è il futuro dei prossimi 30 anni”, diceva la”madrina” della riforma, Maria Elena Boschi. E ancora: “innovatori” contro «conservatori del no», per una riforma «attesa sa 70 anni» (dunque, prima ancora dell’entrata in vigore della Costituzione), era il ritornello scandito dal governo, in piena sovraesposizione mediatica prima del referendum costituzionale del 4 dicembre. Bastano archivi e pagine di giornale per ricordare. Nonostante le previsioni dai toni “apocalittici”, le urne poi avrebbero premiato i oppositori della riforma. Ma a un anno dalla vittoria del No cosa è rimasto di quelle profezie? E quali sono i prossimi obiettivi in vista delle elezioni? Il Fatto.it l’ha chiesto ad alcuni esponenti del Pd, protagonisti di quella campagna

 

 

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Referendum 4 dicembre, un anno dopo: la “catastrofe” annunciata da Renzi con la vittoria del No? È l’implosione del ‘suo’ Pd

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Referendum costituzionale, i nodi irrisolti dopo la scommessa persa da Renzi: dalle province ai Centri per l’impiego

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