Al debutto c’erano i sindaci di Parma Federico Pizzarotti e di Quarto (Napoli) Rosa Capuozzo, entrambi ex M5s, più ex parlamentari grillini come Massimo Artini, oltre a sindaci civici come Renato Accorinti (Messina). A pochi mesi dalle elezioni politiche, è nato a Roma il movimento dei sindaci “L’Italia in Comune“. Eppure, secondo il suo fondatore, il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, non ci sarà una lista in corsa alle prossime politiche: “Siamo in prima linea, ma non abbiamo mai possibilità di dare risposte ai cittadini, dopo anni di tagli agli enti locali. Abbiamo deciso così di lanciare un movimento politico nazionale, ma siamo appena nati. Pensiamo più alle elezioni del 2023“, ha spiegato. Dello stesso avviso anche Pizzarotti: “La prospettiva va costruita con serietà, questo non può essere fatto in due mesi. Un obiettivo a medio termine può essere aiutare altre liste civiche nazionali o pensare alle prossime Regionali”, ha sottolineato l’ex sindaco M5s. Pizzarotti ha però rivendicato, in merito al passato di molti partecipanti: “Non saremo il partito né degli esuli né degli espulsi”. “Una casa la stiamo costruendo, noi siamo rimasti gli stessi, gli altri hanno deviato”, ha attaccato Rosa Capuozzo contro il M5s. Non è stato l’unico affondo verso i grillini: “Al Parlamento dovrebbe andare chi ha già amministrato. L’idea di portare la persona della strada è tutt’altro che rivoluzionaria”, ha aggiunto Pascucci. Gli fa eco Capuozzo: “Questo è il problema che si presenta quando si propone come candidato premier uno come Di Maio…”, ha affondato contro l’attuale “capo politico” pentastellato. Ma quale sarà allora l’interlocutore politico? “Serve capire cosa succederà alle elezioni politiche, si uscirà in modo diverso a come ci si entra”, ha spiegato Pizzarotti. Poi, chissà. Perché in caso di stallo e ingovernabilità e di rischio ritorno alle urne, “Italia in Comune” potrebbe anche non dover aspettare fino al 2023 per presentare una lista alle Politiche
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