A Milano il grande affare immobiliare dei prossimi anni si chiama ex scali ferroviari, con un milione e 250mila metri quadri da riconvertire. Ma ora sull’accordo di programma firmato da Comune, Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato, proprietarie delle aree, iniziano a piovere esposti e ricorsi, presentati in una conferenza stampa a Palazzo Marino. Tra questi un ricorso straordinario al presidente della Repubblica proposto dall’associazione ambientalista Italia Nostra: “Vogliamo fermare un processo di trasformazione della città che consideriamo pericoloso – dice il presidente Oreste Rutigliano -. Il Comune, che dovrebbe rappresentare i diritti dei cittadini, sta abdicando alla responsabilità di dirigere la riqualificazione delle aree, cedendo a Ferrovie dello Stato il timone dell’intera operazione. Con l’esito che questo operatore potrà trarre profitto dalla gigantesca speculazione immobiliare che metterà in pericolo la qualità della vita e il futuro della città”. Secondo Italia Nostra, “in modo del tutto irregolare ed arbitrario” l’accordo di programma siglato nell’estate del 2017 sotto la giunta di Giuseppe Sala “riprende in gran parte il vecchio accordo” bocciato dal consiglio comunale nel 2015, quando sindaco era Giuliano Pisapia. Contro l’accordo di programma sono stati presentati anche due ricorsi al Tar da parte di cittadini e cinque esposti stanno per essere presentati da cittadini da soggetti interessati a vario titolo all’Anac, al Garante della concorrenza, alla Commissione europea, alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica

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