“Entro due mesi questa struttura va smantellata. Chiederemo un incontro con il ministro degli interni Marco Minniti per rappresentargli questa nostra richiesta. A Cona la situazione per gli extracomunitari è inaccettabile”. Giulio Marcon, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà, è uno dei quattro parlamentari che sono entrati nell’ex base missilistica diventata luogo di accoglienza per più di mille richiedenti asilo che vivono nelle tendopoli, in attesa che le commissioni decidano se sono in possesso dei requisiti per ottenere l’asilo in Italia. Dieci giorni fa la protesta, la lunga marcia di oltre duecento persone verso Venezia per chiedere migliori condizioni di vita. Il caso è così tornato all’attenzione dell’opinione pubblica, finendo di nuovo in prima pagina, mentre gli amministratori locali denunciano di essere dimenticati dalle istituzioni, mentre una polveriera umana è pronta ogni giorno ad esplodere.

Quattro deputati sono così venuti a Cona sul far del mezzogiorno e sono stati ammessi all’interno, verificando l’esistenza di una forte situazione di degrado. Oltre a Marcon, anche Davide Zoggia e Michele Mognato di Mdp, oltre all’esponente di Possibile Andrea Maestri. “A Cona attualmente ci sono circa 800 persone, anche se la cooperativa che si occupa della gestione ha comunicato il dato ufficiale di 750 unità. Lo spettacolo è di una desolante promiscuità. Sono tutti ammassati nei tendoni, un letto accanto all’altro. Non hanno armadi e quindi i vestiti e gli effetti personali sono sui letti. E’ il caos. Basterebbe un cerino per scatenare il finimondo”.

Alcuni dei parlamentaria erano già venuti un anno fa. “La situazione non è migliorata, anzi. Le strutture in muratura sono solo quelle che ospitano uffici e infermeria. – assicura Marcon – I servizi igienici non sono sufficienti per un numero così grande di persone. I pasti arrivano alle 10 del mattino e vengono distribuiti dopo alcune ore, al momento del pranzo. Il primo problema è quindi quello logistico”. Che cosa chiedono i migranti? “Di lasciare questo posto invivibile e di essere dirottati in strutture nel territorio, di certo non in altri luoghi simili. Ma chiedono anche tempi più rapidi nella decisione sul loro futuro. E’ inaccettabile che debbano restare qui dentro un anno, un anno e mezzo, lontano dai centri abitati, in mezzo alla campagna, senza sapere quale sarà il loro destino. A Padova, inoltre, la percentuale dei dinieghi all’asilo raggiunge il 90 per cento, più alta che in altre realtà italiane” conclude il deputato Marcon.

Continua intanto il tira e molla con una cinquantina di richiedenti asilo che dopo essersi allontanati hanno trovato riparo nel centro civico di Malcontenta, nella terraferma veneziana. Il sindaco di Cona, Alberto Panfilo, ha tentato una mediazione per favorirne il rientro a Cona. E continua a denunciare la situazione di invivibilità. “Non è una questione di pasti. I ragazzi sono esasperati perché non vedono nessuna prospettiva per il loro futuro. Ad esempio, imparare la lingua è il minimo. Ma dopo un anno di lezioni sanno dire: pomodoro, uno, due, tre… Ci devono essere delle verifiche continue sull’operato di un gestore che, tra l’altro, ha la convenzione scaduta. Verifiche svolte da terzi e non fatte solo perché dovute”. Il primo cittadino ha dichiarato anche a ilfattoquotidiano.it, di recente, che le istituzioni e la politica hanno abbandonato Cona, la sua popolazione e i migranti, affermando che le persone vengono trattate alla stregua dei rifiuti. Per questo commenta in modo sarcastico la visita dei parlamentari. “Non ci possiamo far mancare nulla, pure l’avanspettacolo. Ma in questi anni dove erano questi signori?”.

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