Saranno nominati il 16 gennaio i periti incaricati di esaminare reperti mai analizzati sul luogo della strage di Erba (Como). Quel giorno il presidente della Corte d’appello di Brescia, Enrico Fischetti, leggerà l’ordinanza con cui dispone l’incidente probatorio su tutti o parte dei reperti che i difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi chiedono siano presi in considerazione. È “un buon inizio” dice Fabio Schembri al termine dell’udienza alla quale era presenta la coppia condannata all’ergastolo per l’eccidio. Per il legale, l’esito di questi nuovi accertamenti potrebbe costituire un viatico per la richiesti di revisione del processo.

Sette mesi fa la Cassazione aveva dato ragione ai due coniugi annullando con rinvio l’ordinanza che escludeva la possibilità di test su alcuni reperti mai analizzati prima. I coniugi di Erba avevano chiesto l’incidente probatorio per l’analisi di un capello, un accendino, un mazzo di chiavi, un giubbotto, un cellulare e una macchia di sangue. La domanda dapprima dichiarata inammissibile da parte della Corte d’appello di Brescia era stata annullata dagli ermellini.

I giudici di merito hanno quindi dato il via libera alla richiesta dei due coniugi che l’11 dicembre 2006 sono stati condannati per il massacro di quattro persone, tra cui un bambino di due anni, per i continui litigi con i vicini. Quella notte Raffaella Castagna, suo figlio di due anni Youssef, la madre della donna, Paola Galli e Valeria Cherubini, una vicina di casa. Rimase gravemente ferito Mario Frigerio, marito della Cherubini, che nel processo rappresentò il principale teste d’accusa morto nel 2014.

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