L’esercito prende il potere in Zimbabwe e migliaia di persone scendono in strada nella capitale Harare a fianco dei militari e contro il presidente Robert Mugabe. Una manifestazione che solo una settimana fa avrebbe scatenato una dura repressione. Tanti gli slogan a sostegno di Constantino Chiwenga, il capo delle forze armate che sta guidando il golpe. “La voce del popolo”, è scritto su un cartello che lo raffigura a mezzo busto. E ancora “Go, go, nostro generale”, “In solidarietà con le nostre forze armate di difesa e i veterani di guerra”, scritto in verde sulla maglietta bianca indossata da un giovane in corteo. Per il Financial Times quello che sta avvenendo nel Paese africano, il primo evento di questo tipo nei 37 anni di vita indipendente del paese, è “un colpo di stato al rallentatore”. E la rivista Foreign Policy ricorda che i militari finora avevano sempre avuto “forti legami ideologici e sociali con la Zanu-Pf”, l’”Unione nazionale africana dello Zimbabwe – Fronte patriottico”, il partito di Mugabe. “L’ascesa di nuovi leader Zanu-Pf” attorno alla consorte e possibile erede di Mugabe, Grace, ha però “rappresentato una potenziale minaccia agli interessi economici dei comandanti” militari, scrive Fp spiegando perché l’esercito ha abbandonato il presidente.

Alcuni cittadini l’hanno definita una seconda liberazione dopo il dominio britannico. Al momento Mugabe si trova agli arresti domiciliari nel suo sontuoso complesso ‘Blue Roof’ di Harare. La sua caduta ha messo in allarme un certo numero di leader africani, da Yoweri Museveni dell’Uganda a Joseph Kabila della Repubblica democratica del Congo, che stanno affrontando crescenti pressioni nei loro Paesi perché si facciano da parte.

Per alcuni africani, Mugabe resta un eroe nazionalista, l’ultimo leader dell’indipendenza del continente e un simbolo della lotta per eliminare l’eredità di decenni di dominio coloniale. Ma per molti altri in patria e all’estero viene considerato un dittatore felice di ricorrere alla violenza per mantenere il potere e per far funzionare un’economia, un tempo promettente. Il nipote di Mugabe, Patrick Zhuwao, parlando a Reuters da una località segreta del Sudafrica, ha dichiarato che il presidente e la moglie Grace sono “pronti a morire per ciò che è giusto” e non hanno intenzione di dimettersi per legittimare quello che hanno definito un colpo di stato.

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