Certe cose non smettono di ronzarti in testa finché non le fai. Dunque per certi versi era inevitabile che i sogni ingegneristici di Giampaolo Dallara si concretizzassero in un bolide capace di allontanarsi dall’asfalto angusto di una pista, per “calcare” quello di tutti i giorni. E che oltretutto porta il suo nome.

Nasce così la Dallara Stradale, che il fondatore ha ricevuto in regalo proprio il giorno del suo compleanno: si tratta di una due posti sportiva, la prima omologata stradale per il marchio italiano che da sempre è sinonimo di competizioni motoristiche, lunga 4,16 metri e con una configurazione “barchetta” (senza portiere), che ricorda comunque una vettura da gara.

Il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio, così come la carrozzeria. Il motore è un 2.3 sovralimentato da 400 cavalli sviluppato insieme alla Bosch, abbinato a un cambio manuale a sei marce, che le permette di scattare da 0 a 100 in 3,25 secondi e raggiungere una velocità di punta di 280 chilometri orari. Prestazioni figlie anche della leggerezza costruttiva di cui sopra: l’auto pesa solo 855 chili.

E volendo si può trasformare in coupé grazie a una cupola in plexiglass montata su una traversa a T: è così possibile aggiungere un parabrezza, uno spoiler al posteriore e soprattutto le portiere, ad ali di gabbiano. In questo caso, il prezzo sale a 187 mila euro più iva, mentre per la Stradale dura e pura nella sua configurazione di partenza ce ne vogliono 155.000, sempre iva esclusa. La tiratura è limitata a 600 esemplari.

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