Da Bersani a Rosy Bindi, da Saviano a Maria Antonietta Coscioni, da Fratoianni e Speranza a Tomaso Montanari e Sandra Bonsanti. Sono i primi firmatari di un appello che sostiene il comitato nato a Firenze a sostegno della richiesta di Michele Gesualdi, ex presidente della Provincia di Firenze ed ex allievo di don Lorenzo Milani. Il comitato si chiama #fatepresto e ha lanciato un appello – che riprende la lettera ai presidenti delle Camere e ai capigruppo dei partiti in Parlamento in cui Gesualdi chiedeva appunto di “fare presto” con la legge sul biotestamento, impantanata al Senato ormai da oltre 6 mesi. “Una legge – si legge – attesa da decenni e che ha come obiettivo quello di dare dignità alla persona malata. Quello del fine vita, infatti, è una questione soprattutto di rispetto della volontà e di libertà“. E l’allievo di don Milani, in serata, ha commentato all’apertura del pontefice: “Papa Francesco è un dono e riesce a capire perfettamente le sofferenze delle persone”.

Nei giorni scorsi al fattoquotidiano.it la figlia di Gesualdi, Sandra, si era rivolta di nuovo alla politica dicendo che i partiti dovevano ascoltare “l’urlo di dolore” del padre. Nessuno aveva reagito. Proprio oggi, peraltro, Papa Francesco ha pronunciato parole significative sul fine vita sottolineando che “evitare l’accanimento terapeutico non è eutanasia”.

All’appello hanno dato la propria adesione oltre cento esponenti del mondo scientifico, politico, culturale e artistico tra cui Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Roberto Saviano, Pippo Civati, Maria Antonietta Farina Coscioni, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Tomaso Montanari, Sandra Bonsanti, Marcello Buiatti, Maurizio Pallante, Matteo Galletti, Laura Barile, Luigi Berlinguer e Anna Margherita Miotto. Gesualdi, credente e cattolico, è da tempo malato di Sla. Il suo appello, si legge nell’adesione, “ci ha spinto a scendere in campo per chiedere di accelerare l’approvazione della legge sul testamento biologico, con la dichiarazione anticipata di volontà del malato colpito da patologie degenerative che non hanno speranza di guarigione“.

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