Dopo più di trent’anni di polemiche e scontri, il governo Gentiloni e il suo ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, hanno partorito per l’autostrada Tirrenica non il classico topolino, ma uno spezzatino. Un inedito e ridicolo spezzatino stradale maremmano. Al momento lo stato dell’arte è questo: tra Tarquinia e Rosignano l’autostrada non si fa più, cancellata. Al suo posto, con una spesa infinitamente minore e senza imbruttire la Maremma, l’Anas raddoppierà l’Aurelia trasformandola in una superstrada a 4 corsie. Tranne che a Capalbio. A Capalbio si fa l’autostrada. Per la verità più che un’autostrada vera e propria sarà uno scampolo, poco più di 12 chilometri, preceduti e seguiti dalla strada statale.

Secondo la geniale impostazione del governo per salire da Roma verso il Nord Italia passando dalla costa gli automobilisti dovranno procedere in questo modo: da Roma fino a Tarquinia si viaggerà in autostrada, la A 12 del gruppo Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton. A Tarquinia stop, casello: si paga e si entra in una strada statale, si fanno una quarantina di chilometri e stop, nuovo casello, si ripaga, si fanno 12 chilometri a Capalbio, ci si ferma di nuovo, si ripaga, si esce dall’autostrada, si rientra su una statale e a quel punto si procede su una strada a 4 corsie per 167 chilometri circa fino a Rosignano dove ricomincia l’autostrada. Se non è una barzelletta, poco ci manca.

“E’ un dispetto a Capalbio”, dice Luigi Bellumori, sindaco Pd del paesino toscano al confine con il Lazio. Bellumori non sa se ridere o piangere. Ridere per quella che considera un’idea da cabaret o piangere perché per l’ennesima volta dal punto di vista stradale il suo comune è preso a pesci in faccia. I 12 chilometri circa che lo attraversano sono i più malandati, trascurati e pericolosi di tutta l’Aurelia, contrappuntati da incidenti gravi, spesso mortali. Quel pezzetto di strada è quasi per intero a due corsie, una verso nord e una nel senso opposto. Poi è intersecato da decine e decine di incroci a raso. Poi è pieno di buche. Insomma, un disastro. Logica e buonsenso avrebbero dovuto consigliare a qualsiasi governo di partire proprio da lì per riportare all’onor del mondo i collegamenti stradali di quella zona di Maremma oggi insufficienti e pericolosi.

Il sindaco di Capalbio si è battuto in questi anni per migliorare le condizioni stradali partendo dal presupposto che sostituire la statale Aurelia con un’autostrada sarebbe stato un errore. Prima di tutto perché sarebbe costata molto di più, poi avrebbe danneggiato quelle zone che vivono soprattutto di turismo e infine avrebbe costretto i capalbiesi e gli altri abitanti della Maremma a pagare pure i pedaggi. All’inizio tra i sindaci della zona era praticamente solo, gli altri con maggiore e minore convinzione si erano piegati al progetto autostradale pur di avere un qualche miglioramento. Alla fine Bellumori è riuscito a coinvolgere i suoi colleghi politicamente lontani da lui. Ora contro l’autostrada e per il raddoppio sono il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e quello di Orbetello, Andrea Casamenti. I due possono dire di aver vinto, Bellumori no. Per questo il sindaco di Capalbio è arrabbiato e pensa che la ridicola idea di uno spezzatino stradale sia un dispetto. Più che nei suoi confronti nei confronti di tutti quelli che lo hanno sostenuto, le associazioni ambientaliste, i Verdi e i vip o presunti tali di sinistra e destra che l’immaginario collettivo infila nello stesso cesto con la scritta «radical chic capalbiesi».

Contro Bellumori in questi anni, per la verità, si è schierata soprattutto la sinistra: quella toscana in particolare con il governatore Enrico Rossi in testa che ora, però, ci ha ripensato e dice che anche il raddoppio dell’Aurelia va più che bene purché si faccia. Poi gli amministratori regionali e il sindaco di Grosseto ai tempi in cui il comune era in mano al centrosinistra. Ora per lo spezzatino stradale maremmano si spende con molta foga Riccardo Nencini, vice ministro dei Trasporti, socialista, toscano del Mugello, renziano convinto e sempre su posizioni a sostegno delle ragioni dei Benetton, si tratti dell’inutile raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino o dello scampolo di autostrada in Maremma.

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