Gli investigatori cercano l’uomo che venerdì mattina, su un autobus, ha aggredito e insultato Giulia (nome di fantasia), giovanissima campionessa di basket che stava andando a scuola. Appena salita a bordo del bus, la ragazza – padre di origine africana e madre italiana – ha ricevuto un calcio sul ginocchio, poi si è tolta le cuffiette con cui ascoltava la musica e si è sentita dire: “È inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada. Torna al tuo paese”. Una frase cui sono seguite altre offese razziste. Oggi la procura di Torino ha aperto un’inchiesta. A seguirla sono il procuratore aggiunto Patrizia Caputo e il sostituto procuratore Eugenia Ghi. Al momento l’indagine è ancora contro ignoti, ma sulla base della querela fatta è stata formulata un’ipotesi di reato, la violazione della legge Mancino, nella parte in cui si punisce “con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

I carabinieri della compagnia di Rivoli, che hanno ricevuto la denuncia venerdì sera, avevano ipotizzato l’ingiuria aggravata dalla discriminazione razziale nella relazione trasmessa alla procura stamattina. Da venerdì i militari sono al lavoro per rintracciare l’uomo, descritto come un sessantenne con capelli corti e brizzolati, vestito con una tuta da lavoro. Per questo sono andati negli uffici di Gtt, l’azienda del trasporto pubblico di Torino, e hanno acquisito le immagini delle telecamere dell’autobus su cui Giulia è stata aggredita. Dalle immagini, però, non è stato possibile risalire all’identità dell’uomo e così gli investigatori chiedono ai passeggeri che hanno assistito all’aggressione di fornire informazioni valide per rintracciare il 60enne. Un appello rilanciato anche dal comitato “Diritti umani” del Consiglio regionale del Piemonte: “Invitiamo chiunque abbia assistito all’episodio a fornire ogni elemento utile all’identificazione dell’uomo”, affermano i consiglieri regionali Mauro Laus, Enrica Baricco e Giampiero Leo. Su quell’autobus molto affollato molti hanno visto, ma nessuno è intervenuto per difendere la ragazzina.

“Mi auguro che le autorità risalgano presto al responsabile – ha scritto su Twitter la sindaca Chiara Appendino – il razzismo non può trovare nessuno spazio e nessuna tolleranza”

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