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Victoria Cabello, la malattia di Lyme l’ha costretta a tre anni di assenza dalla tv. Ora torna con Monchhichi: “Mi confronto con i bambini”

Vicky ha prestato la voce alla sigla della serie “Monchhichi”, in onda ogni giorno su DeAJunior (canale 623 di Sky) alle ore 19.30 con i nuovi episodi. E, oltre alle sigla, si è occupata anche delle clip introduttive agli episodi in cui racconta il Giappone ai più piccoli: “Il pubblico è prescolare, quindi il linguaggio è facile e i temi sono stati scelti attentamente" 2

di Giulio Pasqui

Non la si vedeva dal 2014 in tv. Da quando aveva ricoperto il ruolo di giudice a X Factor, su SkyUno. Victoria Cabello è stata obbligata a tre anni di assenza, a causa della malattia di Lyme. Ora però sta bene ed è tornata con una doppia veste del tutto inedita. Anzitutto, come cantante. “A questo punto potrei ripresentarmi a X Factor, ma finirei nello Strafactor”, scherza con FQMagazine. Vicky ha prestato la voce alla sigla della serie “Monchhichi”, in onda ogni giorno su DeAJunior (canale 623 di Sky) alle ore 19.30 con i nuovi episodi. Quella originale era di Cristina D’Avena. “Sono nata cantando le canzoni di Cristina D’Avena, erano un cult per tutti e invidiavo moltissimo il suo lavoro. Io fino a ora non mi ero mai vista come una cantante, se non nel buio della mia cameretta. Ma quando mi hanno proposto questo progetto, ha accettato subito a scatola chiusa e mi sono impegnata moltissimo. Spero che lei non se la sia presa, era mio sogno. E beh, autocitandomi, direi: “Se anche Victoria ha cantato una sigla, allora vale tutto” (ride, ndr). Ora mi sto confrontando con un nuovo pubblico. Sono passata da quelli che soffrivano d’insonnia ai bambini”, racconta.

Il cartone, e soprattutto le scimmiette in commercio, ebbero un successo clamoroso a livello internazionale negli anni Ottanta. “Anche io avevo un Monchhichi da piccola, lo dividevo con mia sorella – ricorda la conduttrice -. Questi nuovi episodi, che arrivano 35 anni dopo la prima messa in onda, hanno reso il cartone più contemporaneo. C’è addirittura il personaggio dell’hipster”. Ma la Cabello, oltre alle sigla, si occupa anche delle clip introduttive agli episodi in cui racconta il Giappone ai più piccoli: “Il pubblico è prescolare, quindi il linguaggio è facile e i temi sono stati scelti attentamente. Spesso la cultura giapponese ha riferimenti macabri, noi qui abbiamo riadattato tutto per i bambini. Io il Giappone lo amo da impazzire, è un mondo a sé”. I temi scelti? Dal karaoke alla cucina nipponica passando per il bon ton a tavola, il trucco e il parrucco, gli oggetti imperdibili della cultura del Sol Levante e le tecniche di conversazione.

Ma l’ex conduttrice di “Victor Victoria” non ha sentito la mancanza della televisione in questi tre anni di assenza? “A me manca solo dar sfogo alla creatività”, ci spiega. “La parte più divertente per me è ideare, mi piace quasi più dell’esecuzione. Certo, mi piacerebbe tornare con qualcosa fatto su misura per me e completamente nuovo. Non amo i format: ho fatto Quelli che ma c’era un grande margine per muoversi con libertà, mentre X Factor l’ho sentito meno mio. La televisione così formattizzata riduce il piacere di starci: non riesco a trovare una mia collocazione. Ma, sono sicura, a un certo punto si creerà una saturazione e il trend cambierà. Io ho già scritto dei progetti”. Tipo? “Ho scritto anche un programma sui parassiti. Ovviamente con un taglio di intrattenimento, non di medicina: erano previsti pupazzi vestiti da candida come inviati. Oppure le sorelle cancrena come ospiti. Insomma, tutto un mio mondo folle”. Vedrà mai la luce? Intanto, bentornata Vicky.

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