Nessuno spazio pubblico ai fascisti, e neanche ai razzisti, agli omofobi, ai transfobici e ai sessisti. Il Comune di Torino dovrà introdurre nei suoi regolamenti per la concessione di sale, auditorium e piazze una clausola con cui chi vuole usufruire di quei luoghi afferma di condividere i valori antifascisti della Costituzione. È quanto prevede una mozione approvata mercoledì dal Consiglio comunale di Torino che per una volta mettono d’accordo Pd e Movimento Cinque Stelle. Mentre la Lega si defila nonostante analoghe misure siano state già adottate anche in diverse città come Siena, Cesena e altre amministrazioni.

A promuovere l’iniziativa è stato il segretario provinciale del Partito democratico, Mimmo Carretta, che ha raccolto anche le adesioni di due liste civiche di centrosinistra e di alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle: “È una soluzione lanciata dall’Associazione nazionale degli ex deportati e dall’Associazione nazionale dei partigiani. I segnali che arrivano impongono di alzare un po’ l’asticella su questi valori”, spiega il consigliere comunale. Nel testo della mozione si ricorda che “sono sempre più frequenti le manifestazioni promosse da organizzazioni neofasciste” che si fanno “portatrici di valori ed idee che si collocano al di fuori del perimetro costituzionale e dell’ordinamento repubblicano, nonché dei principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto della dignità umana”. Questo stride con Torino, città medaglia d’oro al valore militare per l’attività antifascista e partigiana.

Quindi la mozione “impegna l’amministrazione a non concedere spazi o suolo pubblici a coloro in quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti e omofobi”. Inoltre obbliga ad “adeguare i regolamenti comunali” vincolando “la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune, a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano”. Non solo: il consiglio comunale, approvando questo atto, chiede anche che si promuovano iniziative nelle scuole e nei luoghi di aggregazione per tenere in vita la memoria storica e per sensibilizzare sul problema dei “nuovi fascismi”. Al testo di Carretta, poi, si è aggiunto un emendamento della consigliera M5s Viviana Ferrero con cui si è integrato il testo inserendo anche i riferimenti contro chi promuove l’odio sessista e transfobico.

Dei presenti, tutti i gruppi consiliari sono stati favorevoli. Anzi, è stata una delle rare occasioni in cui a Torino i dem e i pentastellati hanno votato in maniera concorde: “Uniti nell’antifascismo”, commenta Carretta. Unico voto contrario quello di Roberto Rosso (Destinazione Italia), assente la Lega Nord. Ora la questione passerà alla giunta di Chiara Appendino che dovrà mettere in atto le indicazioni giunte dal consiglio comunale e adeguare i regolamenti.

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