“Per stendere Renzi bisogna sparargli”. E’ il titolo di apertura di Libero. Il titolo vero, non tra quelli dell’imitazione di Maurizio Crozza. E di sicuro per una volta il direttore editoriale Vittorio Feltri non potrà spiegare che è “un titolo fattuale”, come gli fanno dire spesso nella parodia. Contro il titolo – che ha come occhiello “Nel Pd goffi tentativi per liberarsene” – si sono schierati già dal primo mattino i presidenti delle Camere Piero Grasso e Laura Boldrini e i vertici del Partito democratico. A loro si aggiungono l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della Stampa, il sindacato dei giornalisti. Ma è proprio il segretario del Pd Matteo Renzi a smorzare i toni: “Fermo restando che ciascuno fa i titoli e gli articoli che vuole, bisogna ricondurre tutto a ragione ed equilibrio – dice – Quella di Libero la considero una battuta forse non troppo felice: ringrazio tutti per la solidarietà ma non mi sento minacciato da Vittorio Feltri. Non esagererei, non la vivo come una minaccia, è una delle provocazioni che a volte voi giornalisti fate. Per me non è un problema”.

Carlo Verna, presidente dell’Odg, parla di “linguaggio irresponsabile: parte lesa non solo il segretario Pd, ma anche i giornalisti consapevoli della loro funzione sociale”. In un secondo tweet Verna aggiunge: “A prescindere da iniziative del diretto interessato presenterò una segnalazione al Consiglio di Disciplina territoriale a tutela dei colleghi consapevoli della funzione sociale dell’informazione”. La Fnsi in una nota dice che si tratta “di istigazione alla violenza e incitamento all’odio – dice la Fnsi in una nota – Non ha niente a che vedere con il giornalismo né può rappresentare esercizio del diritto di critica, sempre legittimo e insopprimibile, ma nel rispetto della dignità delle persone”.

Per la presidente della Camera Boldrini il titolo “è agghiacciante – twitta – Ed è solo l’ultimo di una lunga serie di incitamenti deliberati all’#odio. Questo non è giornalismo. Solidarietà a @matteorenzi”. Per il presidente del Senato Grasso “il titolo di Libero non è un’analisi politica. Non è una metafora. Non è una provocazione. Non è una sintesi. Non è una battuta. È solo triste e intollerabile spazzatura…”.

Molti parlamentari del Pd hanno criticato il titolo: “Schifo e disgusto” esprime il senatore Stefano Esposito. Per la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro “incitare alla violenza è gravissimo. Inaccettabile che lo faccia un quotidiano”. “Un’incitazione alla violenza che non ha precedenti” aggiunge il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato. Secondo Luigi Zanda, capogruppo al Senato, è “un’incitazione squadrista alla violenza di simile portata contro Matteo Renzi, un leader che si esprime liberamente e fa campagna elettorale, non può essere ignorata. L’Italia è una democrazia e uno Stato di diritto. Dovrebbero intervenire immediatamente non solo gli organi di controllo della stampa per ristabilire la decenza del linguaggio, doverosa per in un Paese democratico. Ma, di quel titolo, dovrebbe occuparsi anche la magistratura”.

Da Libero la risposta arriva sia dal direttore editoriale Vittorio Feltri che dal direttore responsabile Pietro Senaldi. “Ho scelto una metafora di uso comune: attribuire al mio titolo il valore di una minaccia significa essere analfabeti” dice Feltri. “E poi – aggiunge all’Ansa – in un articolo non c’è solo il titolo: chi vuole capire meglio, legga il testo. E basta leggere il titolo per intero e i primi tre capoversi del pezzo per capire che Renzi è vittima del fuoco amico: ‘Nel Pd goffi tentativi per liberarsene’, è la sinistra che gli spara”. Feltri dice che non si aspettava “un’ondata di stupidità così clamorosa. Piuttosto temevo di scontentare i nostri lettori anti-renziani”. “E’ evidente – aggiunge Senaldi – che noi non abbiamo nessuna voglia di sparare a Renzi né è un’incitazione a sparargli. Non abbiamo mai invitato a sparargli quando era presidente del Consiglio, volete che lo facciamo adesso che è arrivato terzo su tre? Mi sembra improbabile. C’è già la sinistra che gli spara, non c’è certo bisogno di noi. Poi è evidente che è un modo di dire. Dopo i due gol segnati da Icardi nel derby i telecronisti hanno detto: per fermare Icardi bisogna sparargli. Nessuno pensa che sia un complotto della Juve e del Napoli per eliminare con violenza Icardi“. Senaldi racconta che il suo timore era semmai “che fosse un titolo encomiastico nei confronti di Renzi perché quando dici di uno che devi sparargli lo descrivi come uno inarrendevole, un duro, un tosto pazzesco. Il problema di Renzi, tra gli altri, è chi parla al posto suo. Una pletora di personaggetti indegni di cui si contorna e che non sono alla sua altezza. Prima di criticare il giornale leggerne i pezzi e soprattutto imparare l’italiano, lo dico anche alle alte cariche dello Stato”.

Di sicuro Libero avrà modo di replicare: “Con una polemica del genere – conclude Feltri – una presa di posizione dobbiamo per forza stamparla”.

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