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Politica - 7 Novembre 2017
Pd-Mdp, se la testa di Renzi non basta. Bersani: “Adesso mi parlano di premiership?”. E Grasso? “…da dio”
Non basta il cambio della leadership di Renzi per ritrovare l’unità del centrosinistra in vista delle prossime politiche, almeno per Mdp-Articolo Uno: “Se ci vengono attorno con tatticismi perdono tempo: non ci vengono appresso gli elettori”, ha spiegato Pier Luigi Bersani, a margine della direzione Mdp. “Se non si fosse candidato Fava in Sicilia quei centomila voti li prendevano il Pd e il centrosinistra? No”, ha rivendicato, dopo le accuse dem di aver contribuito alla sconfitta di Micari alle Regionali siciliane. Per Bersani “c’è una rottura profonda. Il Pd è in grado di chiudere una fase sui contenuti?”. Tradotto, non basta cambiare nomi per la premiership. Anche perché, con il Rosatellum, sono tutti “liberi di candidarsi a premier. Non esiste un meccanismo vero di coalizione”, ha continuato. Ma Bersani dà anche la sua benedizione a Pietro Grasso come leader dell’area a sinistra del Pd: “Noi non tiriamo per la giacchetta” nessuno, ha spiegato. Ma lasciandosi sfuggire: “Ma per il nostro profilo civico e di sinistra, Grasso ci starebbe da dio…”