Fanno due confronti tv in programma per Luigi Di Maio. Il candidato premier M5s infatti, dopo la polemica per il mancato dibattito con Maria Elena Boschi, ha lanciato la sfida al segretario Pd Matteo Renzi. Che ha accettato ostentando entusiasmo: “A martedì sera amici”. La data è quella del 7 novembre, ovvero poche dopo l’annuncio del risultato del voto in Sicilia. “Va bene da @diMartedi con Giovanni Floris. È la più vista in prima serata”, ha rilanciato Di Maio. In realtà, ancora non è stata sciolta la riserva sul luogo che ospiterà il primo faccia a faccia tra i due politici. Secondo le prime indiscrezioni dell’Ansa la Rai ha proposto ufficialmente a Matteo Renzi e Luigi di Maio di confrontarsi su Raiuno martedì in una primissima serata, subito dopo il Tg1 delle venti, in uno speciale Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e in onda quindi alle 20.30 vista la rilevanza del confronto politico. Il grillino si trova proprio in queste ore sull’isola, impegnato nelle ultime tappe di campagna elettorale per le Regionali. Nei giorni scorsi era stata la sottosegretaria Boschi a chiedergli un confronto tv, ma lui aveva replicato dicendo che avrebbero potuto farlo ma solo se davanti ai risparmiatori di Banca Etruria.

“Non è una fake news”, ha scritto su Twitter Di Maio. “Matteo Renzi ha un accordo per spartirsi la Sicilia e l’Italia con Berlusconi. Voglio un confronto tv dopo il 5. Ci stai?”. La risposta è arrivata poche ore dopo. “Ho accolto la sfida del candidato premier del Movimento 5 stelle. A martedì sera, amici”, ha scritto il segretario dem in rete. “Ok, Di Maio accolgo la tua sfida. Mi va bene martedì 7 novembre. Decidiamo se farlo in Rai o su un’altra rete televisiva. Io ci sono”.

Intanto oggi, come annunciato nelle scorse settimane, è stato presentato il ricorso contro il voto online che a settembre ha incoronato Luigi Di Maio candidato premier del M5s. Ad annunciarlo è stato l’avvocato Lorenzo Borrè, noto per i suoi ricorsi sulle regole del Movimento e in difesa degli espulsi. L’atto è stato presentato al Tribunale di Roma su mandato dell’iscritto Riccardo Di Martiis. Oggetto dell’impugnazione, ha spiegato Borrè all’agenzia Adnkronos, la presunta “violazione dell’articolo 7 del Non Statuto che attualmente dispone l’incandidabilita di quanti siano sottoposti a procedimento penale ‘qualunque sia la natura del reato ad essi contestato'”, mentre Luigi Di Maio risulta querelato dalla ex candidata Marika Cassimatis. “Altri motivi – ha proseguito l’avvocato – riguardano l’illegittimità delle regole che hanno limitato la candidabilita ai soli portavoce, in violazione del principio di uguaglianza degli associati; l’esclusione della candidabilita degli espulsi reintegrati dal Tribunale per i quali pende attualmente il giudizio di merito; vizi di omessa comunicazione a diversi associati dell’indizione delle votazioni; conseguente impossibilità di esercizio del voto per mancanza di informazione; disfunzioni del sistema operativo che non hanno consentito il voto ad altri iscritti”.

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