Un “sindacato del popolo”, come negli anni precedenti il Ventennio, che ogni sabato consegna derrate alimentari “a 250 famiglie italiane povere”. Perché “un padre pensa prima ai suoi figli e poi a quelli degli altri”. Al resto ci pensano la sfiducia nella classe politica, anche verso quella “nuova” rappresentanta dal M5S. E’ cosi’ che Ostia potrebbe apprestarsi a divenire una “novella Salò”. Solo il risultato delle urne sarà in grado di dire se Casapound confermerà quello che il cosiddetto “polso” del territorio suggerisce. Fatto sta che, con il Municipio X della Capitale al voto il 5 novembre dopo oltre due anni di commissariamento per infiltrazioni criminali nell’amministrazione, i “fascisti del terzo millennio” – che incassano l’endorsement di Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan i cui membri sono stati condannati in un’inchiesta sul racket delle case popolari – potrebbero trovare un’incredibile ribalta elettorale, al tramonto di un decennio costellato di molteplici provocazioni mediatiche ripagate quasi sempre con umilianti zero virgola.

Dagli abitanti delle case popolari di Nuova Ostia alle categorie produttive – balneari, commercianti e imprenditori – il sentimento di frustrazione ha ormai preso il sopravvento. Finora, l’unico sondaggio di cui si ha notizia risale al 30 settembre, lo ha commissionato il Pd e vede la tartaruga neofascista a quota 5,8%. Ma c’e’ un altro dato che “spaventa” gli osservatori: quello riportato dal quotidiano Il Foglio, che vedrebbe Casapound addirittura al 10%, al terzo posto dietro M5S e centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Con Salvini) e addirittura sopra al Pd.

RONDE, PROVOCAZIONI “SOPRA LE RIGHE” E SGOMBERI – “La nostra è una campagna elettorale costante. Non abbiamo mai iniziato perché non abbiamo mai smesso. Siamo il nuovo sindacato del popolo”. Luca Marsella risponde così, tronfio, quando gli si chiede di raccontare dall’interno il fenomeno Casapound. E anche il riferimento ai sindacati pre-regime è tutt’altro che casuale. Nell’ultimo anno sul litorale i giovani militanti hanno portato avanti una “campagna elettorale” aggressiva, come da sempre nelle loro corde. La scorsa estate, mentre sui muri del Lido già imperversavano i manifesti con i faccioni di Marsella e della sua compagna, Carlotta Chiaraluce (ex La Destra), i militanti hanno organizzato vere e proprie ronde antiabusivismo sulle spiagge, cacciando in malo modo i venditori africani con l’ausilio dei tipici cori e striscioni da stadio, operazione mediatica che ha spinto anche la Procura di Roma a indagare per violenza privata a manifestazione non autorizzata.

Azioni “sopra le righe” e in molti casi discutibili, che hanno incontrato notevole consenso popolare. E poi i sit-in anti-rom, quelli contro il degrado e contro le occupazioni dei migranti, come quella dell’ex colonia Vittorio Emanuele, costruzione in disuso dove vivono “da 20 anni” alcune centinaia di migranti eritrei, “divenuta una piazza di spaccio e un luogo di estremo degrado”: un vero pallino per l’aspirante presidente, il cui sgombero, in caso di vittoria, “sarà il primo risultato che porterò da minisindaco, entro 15 giorni dalla mia elezione, non l’ha fatto nessuno ma lo farò io”, aggiungendo che “i clandestini” ospiti “devono andare via dall’Italia”. Non manca nemmeno il contatto “fisico” con le fazioni avversarie, come quella denunciata il 7 ottobre da un militante di Forza Italia: “Stare in strada, con la gente, comporta dei rischi e se si viene attaccati bisogna difendersi”, commenta uno dei candidati al consiglio municipale. Nei giorni scorsi è arrivata la notizia della condanna penale in primo grado inflitta a Marsella, per aver minacciato alcuni studenti di un collettivo di sinistra che protestava contro un sit-in organizzato da Casapound nel 2011. “Vi accoltello tutti come cani, vi ammazzo tutti! Io mi ricordo la faccia di ognuno di voi. Non vi picchio subito perché ci sono delle persone e poi mi denunciate”, avrebbe detto l’attuale candidato minisindaco. All’epoca dei fatti, Cpi denunciò un’aggressione nei confronti dei suoi militanti “ad opera dei centri sociali”.

DERRATE ALIMENTARI AI POVERI (ITALIANI) E BARRICATE ANTISFRATTO – Provocazioni a cui Casapound unisce un costante lavoro sociale fino a poco tempo fa svolto dall’estrema sinistra. Ad esempio a Nuova Ostia, zona popolare, degradata e preda dei clan malavitosi, da mesi i militanti, secondo le loro dichiarazioni, distribuiscono pacchi mensili di derrate alimentari a 250 famiglie in difficoltà, tutte rigorosamente italiane, “perché uno Stato deve pensare prima ai suoi figli e poi a quelli degli altri”, sottolinea Marsella, mentre ricorda che, sempre a Nuova Ostia – divenuto ormai un fortino nero – “siamo stati gli unici ad opporci agli sfratti ingiusti di famiglie incolpevoli dopo lo scandalo Armellini: dov’erano gli altri partiti? A fare gli inciuci con Buzzi”.

Il riferimento è agli oltre 1.300 sfratti ordinati nel 2016 dall’ex commissario capitolino Francesco Paolo Tronca dopo che il Campidoglio aveva scoperto, grazie alla Procura di Roma, irregolarità nelle assegnazioni, abusivismo e compravendita illecita di abitazioni nei complessi di popolari realizzati dalla nota famiglia di costruttori romani. Ma non è tutto. “Una volta – racconta un militante – abbiamo rotto talmente tanto le scatole all’Acea che in meno di una settimana siamo riusciti a far riparare un guasto alla rete idrica che teneva un intero condominio senz’acqua da mesi”. Sempre al grido di “prima gli italiani”, numerose sono state le iniziative in favore dei commercianti: “Abbiamo difeso molti negozianti sotto sfratto – racconta Chiaraluce, che alle scorse elezioni comunali ha raccolto oltre 1.300 preferenze, fra le donne più votate a Roma – gli italiani vengono prima di tutto”.

“QUEI BRAVI RAGAZZI” CHE PUNTANO AL PARLAMENTO – “Qui Luca lo conoscono tutti. E’ un bravo ragazzo, sta sul territorio. Io non lo voto, perché sono di sinistra e proprio non ce la faccio. Ma lo stimo”. Da queste parole di un giovane ostiense si capisce quanto la presenza sul territorio sia importante in una politica dove i partiti sembrano fuggiti dalle strade per rifugiarsi su Facebook e Twitter. Così, anche l’immagine dei militanti è cambiata: l’aspetto da hooligan in bomber e anfibi in voga fino a un po’ di tempo fa ha lasciato spazio a un abbigliamento e un modo di porsi più rassicurante. E così, anche le famiglie si sono iniziate ad avvicinare. Nel maggio scorso, il movimento ha riempito il Teatro Nino Manfredi. Proprio in quell’occasione, si è compreso il vero obiettivo del movimento: fare il salto di qualità. “Siamo il punto d’inizio per qualcosa di più grande”, spiega il candidato presidente durante i preparativi per la cena elettorale alla presenza di Nina Moric, l’ex soubrette che da qualche tempo è divenuta testimonial del movimento insieme al suo inseparabile compagno, l’imprenditore napoletano Luigi Favoloso.

Proprio la modella croata è il volto noto su cui si lavora come traino nazionale. “Lucca (dove Casapound ha preso l’8%, ndr) e Ostia non sono degli unicum – racconta proprio il 30enne di Torre del Greco, che si occupa di import/export di tessuti – anche in Campania e in altre regioni siamo presenti e faremo bene. Puntiamo a raggiungere il 3% ed entrare in Parlamento già alle prossime elezioni nazionali”. Moric e Favoloso collaborano attivamente con Sol.Id (Solidarite’ Identites), una onlus legata al mondo dell’estrema destra che si occupa di inviare soccorsi nei campi profughi in Medio Oriente, fra cui Siria e Iraq. “Abbiamo anche incontrato Assad”, rivela l’imprenditore, che poi azzarda: “Nina non vuole incarichi politici, ma sarebbe un ottimo ministro degli Esteri, è una donna molto intelligente oltre che bella”. E non è detto che proprio Favoloso non possa candidarsi insieme al leader storico Simone Di Stefano.

L’ASSALTO AL TESORETTO GRILLINO – Ma dove li prenderebbe Casapound tutti questi consensi? Come si può passare in breve tempo dall’1% al 6 o addirittura al 10% e oltre? L’obiettivo è il cosiddetto “tesoretto grillino”, il “voto di protesta”, come lo definisce lo stesso Marsella, che a giugno 2016 ha portato Virginia Raggi a raccogliere in questo territorio il 44% dei voti, mentre al momento la candidata pentastellata Giuliana Di Pillo viene data “solo” al 28%. “Il M5S ha già fallito – dice l’aspirante presidente neofascista – ha fatto man bassa e poi è sparito. Noi vogliamo prenderci quei voti e andare al ballottaggio, poi comunque vada quei consensi ce li terremo con i fatti. A quel punto saranno costretti a invitarci in tv”. E ancora: “Presto il fenomeno del M5S si sgonfierà, dopo ci saremo solo noi a raccogliere i cocci e dare finalmente un’efficace alternativa agli italiani”.

IL SOSTEGNO DI ALEMANNO E STORACE – Per l’occasione, tra l’altro, Marsella e Casapound hanno ottenuto l’appoggio politico di due ex ministri del governo Berlusconi, Gianni Alemanno e Francesco Storace, i quali da qualche tempo hanno perso appeal nella coalizione di centrodestra – soppiantati da Fratelli d’Italia degli eterni rivali Giorgia Meloni e Fabio Rampelli – ed hanno dato vita al Movimento Nazionale per la Sovranità. Una specie di ritorno alle origini per i due, che negli anni ’80-‘90 erano stati leader del Fronte della Gioventù del Msi, per poi entrare prima in An e quindi nel Pdl di Silvio Berlusconi, governando rispettivamente Roma Capitale e la Regione Lazio insieme a forze centriste come l’Udc di Pierferdinando Casini. E’ divenuto famoso, almeno a Roma, uno dei primi slogan di Casapound, quel “sei stato fin troppo moderato” che campeggiava su tutti i manifesti, probabilmente dedicato alle posizioni dei due nuovi alleati (soprattutto all’ex sindaco della Capitale); oggi, invece, hanno costruito insieme una lista civica chiamata “Cittadini per il X Municipio” a sostegno di Marsella, a cui si è affiancata a sorpresa la Assotutela di Michel Maritato.

Per ora si tratterebbe solo di una specie di dispetto al rivale di sempre: “Noi avremmo voluto sostenere il centrodestra – spiega Storace a IlFattoQuotidiano.it – come facciamo in Sicilia. Invece Rampelli, incomprensibilmente, ci ha detto che non c’era posto per noi nella coalizione per Ostia. A quel punto, d’accordo con il territorio, abbiamo deciso di dare fiducia a un giovane: vediamo cosa riesce a fare”. Nella lista di Casapound, inoltre, è candidata Giorgia Mitrano, fidanzata di Brian Carella – a sua volta responsabile del Movimento Gioventù Identitaria (i giovani di Mns) – che venerdì scorso ha guidato la contestazione nei confronti di Giorgia Meloni, al grido di “noi votiamo la Giorgia giusta”. “La Meloni ci ha copiato un sacco di iniziative – attacca ancora Chiaraluce – si è scoperta sovranista dopo aver votato la Legge Fornero”.

I DUBBI SULL’AMICIZIA CON ROBERTO SPADA – Certo, su Casapound e sul suo candidato pesa l‘endorsement affidato a Facebook il 26 ottobre da Roberto Spada: “5 novembre si avvicina e sento dai cittadini la stessa cantilena “qua sto periodo se vedono tutti sti politici a raccontarci barzellette, mai visti prima, e dopo le votazioni rispariranno…. gli unici sempre presenti sempre esclusivamente Casapound”……..e questa la realtà ho molti errano? Cosa hanno fatto le altre forze politiche in questi due anni?”.

C’è anche una foto, che a Ostia – e non solo – ha destato molto scalpore, quella scattata l’8 dicembre 2015 proprio a Nuova Ostia che lo ritrae insieme allo stesso Roberto, fratello di quel Carmine meglio noto come “Romoletto”, quest’ultimo fino al suo arresto nel 2016 capo dell’omonimo clan sinti, condannato a 10 anni di carcere per usura e estorsione con aggravante mafiosa. Sebbene meno di un mese fa anche altri componenti della sua famiglia abbiano subito condanne nell’ambito di un’inchiesta sul racket delle occupazioni nelle case popolari, va detto che Roberto Spada da questo punto di vista risulta incensurato (in passato solo qualche reato minore) e che su nessun membro di Casapound, tantomeno Marsella, pesano coinvolgimenti di questo tipo.

La fotografia che ha fatto il giro del web (e dei media) è stata scattata durante una manifestazione per bambini organizzata dall’associazione Femus Art School, guidata dalla moglie di Roberto, Elisabetta Ascani, alla quale Marsella – che ha frequentato personalmente la palestra degli Spada – e il suo movimento hanno aderito di buon grado. Il feeling con il fratello del boss non è mai stata negato, tutt’altro. “Noi condanniamo la criminalità – ha sempre ribadito il candidato presidente – ma le associazioni del territorio vanno coinvolte. La mafia era nel Municipio, gli arrestati sono del Pd, la criminalità si combatte creando centri di aggregazione e di ascolto”.

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