Il Pd non ha gradito il servizio de ilfattoquotidiano.it in cui si fa notare come le tappe del tour in treno di Renzi siano diventate improvvisamente inconoscibili, perfino per gli organizzatori del partito. L’ufficio stampa replica così all’articolo pubblicato oggi: “In un articolo pubblicato sull’edizione on line de il Fatto Quotidiano si afferma che lo staff cambia programma e decide di non pubblicare più le tappe. Ebbene, come spesso capita loro, quello che scrivono è totalmente falso. Fin dal primo giorno abbiamo sempre e solo pubblicato il programma del giorno dopo, come sanno bene gli stessi giornalisti del Fatto che ricevono, al pari degli altri colleghi, le nostre informazioni”.

La smentita non entra nel merito della controversia perché in effetti è difficile smentire: la conferma che le tappe vengano divulgate solo agli organi provinciali il giorno prima dell’arrivo e che “non esiste un calendario” l’abbiamo avuta direttamente dagli uffici del Pd, come riportato nell’articolo. L’ufficio stampa involontariamente fornisce ulteriori prove. Scrive infatti che “dal primo giorno abbiamo sempre e solo pubblicato il programma del giorno dopo”. Ma questo è palesemente falso: prima che venisse definitivamente rimossa, abbiamo agevolmente riprodotto nell’articolo la pagina web della prima settimana del tour con le tappe indicate giorno per giorno, comune per comune per i 5 giorni successivi. Questa lista è poi scomparsa. La riproduciamo qui sotto per comodità dell’ufficio stampa. Né esiste per chi fosse interessato un metodo alternativo per conoscere le tappe del treno, a meno di non guardarsi per intero i video del “diario di viaggio”.

Lo screenshot della pagina del sito del Pd con “Le tappe della prima settimana”, pubblicate il 17 ottobre e successivamente cancellate

Lo stesso ufficio stampa aggiunge ulteriori dettagli quando afferma che “gli stessi giornalisti del Fatto ricevono, al pari dei colleghi, le nostre informazioni”. E siamo al punto. L’articolo spiegava gli effetti della tattica dello struzzo che finisce per snaturare l’idea di partenza del viaggio attraverso l’Italia, intrapreso per incontrare e raccogliere gli stimoli della gente, a partire dai simpatizzanti del Pd ma non solo. E invece il viaggio in incognito per evitare l’eccesso spontaneo di stimoli finisce ora per rendere quel viaggio una parata autoreferenziale tra i soli renziani, nemmeno tra iscritti e simpatizzati del Pd. Che non possono prepararsi al lieto evento perché neppure chiamando il partito di cui hanno in tasca la tessera gli viene detto come e quando il convoglio renziano passa sotto casa: noi abbiamo chiamato in questa veste l’ufficio organizzazione del partito che ci ha negato le date, spiegando che neppure a loro vengono fornite, se non il giorno prima.

Apprendiamo per fortuna dallo stesso ufficio stampa che ciò che viene negato agli iscritti e i cittadini comuni diventa possibile per i giornalisti. Se ci fossimo palesati come tali, forse qualche tappa l’avremmo saputa. E allora non si capisce più a chi sia poi rivolto il viaggio. Per evitare altri equivoci l’ufficio stampa del Pd potrebbe dispensare a tutti e non soltanto ai cronisti le tappe del tour come nella prima settimana. Solo allora potranno misurarsi davvero i fischi del treno in arrivo e quelli di chi attende in stazione.

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