La nuova legge elettorale denominata “Rosatellum-2” è un obbrobrio legislativo classificabile nel merito sullo stesso livello del “Porcellum”, infatti tutti gli attuali parlamentari sono stati nominati col famigerato “Porcellum”, ma con un “virtuosismo” di intrecci utili a confondere le idee degli elettori vi è persino maggiore invadenza nel cercare equilibri normativi impossibili allo scopo evidente di perpetuare (ancora!!!) la nomina dei candidati preferiti dalle segreterie dei partiti. L’artificio pseudo-democratico avviene in questo caso attraverso la creazione di un fantasioso intruglio elettorale dove spezzoni di “maggioritario” vengono innestati sulla legge “proporzionale” di base allo scopo di guidare invisibilmente l’elettore ad eleggere senza saperlo qualcuno che lui probabilmente nemmeno conosce.

Se l’astrusità di questo “capolavoro” politico-istituzionale potesse, per comparazione, essere trasferito in ambito gastronomico, esso potrebbe persino superare per audacità organolettica, semplicità dedicatoria e difficoltà eupeptica la coraggiosa ricetta del XV secolo di Giovanni da Bockenheim (contenuta nel prezioso volumetto di arte culinaria “A tavola nel Medioevo”) che lui ha semplicemente intitolato “Omelette d’arance per ruffiani e prostitute”.

Benché Ettore Rosato, spalleggiato da tutto ciò che resta del glorioso Pd, non lesini nulla nel tentativo di spiegare pazientemente al popolo sovrano che l’importante non è capire la legge ma è creare le condizioni per formare un governo (persino un governo qualunque, si dice in giro!) a molti è diventata immediatamente chiara la strategia del Pd: approvare subito una legge elettorale qualunque che consenta al Parlamento la formazione di un governo qualunque, lapalissiano, no?!

Nelle segrete segreterie dei partiti tutti sanno benissimo che il prossimo governo tutto sarà meno che un governo qualunque, ma l’importante al momento non è quello, è l’equilibrio politico e la possibilità, per “le destre”, di ritornare al potere, e per “le sinistre” di continuare ad attuare le riforme già avviate e che solo uno “sfortunato incidente di percorso” lo scorso dicembre ha temporaneamente fermato.

Per far questo è necessario attraversare il “guado” di un fastidioso e pericoloso passaggio elettorale che potrebbe scombinare tutti i rapporti di forza fin qui faticosamente costruiti. Meglio quindi cambiare il meno possibile. Su questo punto destra e sinistra sono perfettamente d’accordo e tutti i maggiori media nazionali, a parte La7 e il Fatto Quotidiano, sono con loro.

Per le “sinistre” il gioco è assai complicato. La solita divisione in partitini e la deleteria spaccatura nel Pd (unita all’indisponenza ormai conclamata del suo leader) rendono pressoché impossibile sperare in una sua vittoria. Ma loro sfruttano più che possono il potere che tuttora, anche se di fatto abusivamente, detengono. Non è difficile infatti scoprire nel Rosatellum il reale scopo di questa legge: portare di nuovo nella prossima Legislatura il maggior numero possibile degli attuali parlamentari rimasti fedeli a Renzi. Con un occhio però anche al futuro. Solo così si spiega infatti l’improvvisa accelerazione data alla legge sullo Ius Soli.  E’ un vecchio trucco della politica politicante, dare infatti il diritto di voto ad un gran numero di immigrati. E’ un investimento sulle future tornate elettorali. In Italia hanno calcolato essere circa 700mila il numero degli immigrati che guadagnerebbero la cittadinanza subito con questa legge. Non ci sarebbe nulla di male se la legge fosse fatta al fine di sanare quelle situazioni di evidente ingiustizia sociale che ci raccontano ogni volta, tuttavia l’evidenza e l’esperienza dei paesi (come l’America) che hanno già sfruttato a fondo questa opportunità dicono però che, alla lunga, quel vantaggio elettorale (un vero e proprio voto di scambio in certi casi) si trasforma in un grave problema sociale.

Per non diventare un disastro sociale l’accoglienza deve essere vera. E’ assolutamente deleterio accogliere immigrati di qualunque tipo se non gli si danno vere opportunità di integrazione in tempi brevi. A crescere sarebbe solo l’area dei poverissimi e quella della criminalità.

Se lungamente disadattati il danno potrebbe arrivare fino al punto di creare veri e propri “foreign fighters” in casa propria.

Per le “destre” il gioco è più facile, ma per stare assieme hanno bisogno dell’impresentabile, e forse anche ineleggibile, Silvio Berlusconi. Che importa? Anche Grillo ha sempre guidato il M5S dal di fuori (e continuerà probabilmente a farlo anche dopo). E poi, per fare un governo qualunque, va bene chiunque, no? Quindi avanti tutta! Dopo che il popolo avrà votato (e con il Rosatellum sanno già in anticipo chi verrà votato nelle loro liste) ci sarà tanto tempo per litigare.

I 5 Stelle? A parte qualche buona individualità, come partito non sono assolutamente né pronti né organizzati a svolgere un compito così gravoso come quello di guidare l’Italia in un momento così difficile. Non basta crescere di numero, bisogna crescere anche di esperienza. Meglio saltare un turno e rimanere all’opposizione a fare esperienza.

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