Il Rosatellum è intoccabile e quasi non si vede dalla velocità con cui passa dal Senato. La maggioranza riesce in un gioco di prestigio: cammina sul filo del numero legale e riconferma la fiducia al governo Gentiloni, applicata una, due, tre, quattro, cinque volte alla riforma elettorale. Con il numero di votazioni blindate della Camera in tutto fa otto: un record anche senza ricorrere agli annali del Parlamento, repubblicano o monarchico che fosse. I sì sono a una quota bassissima – tra 145 e 151 – ma la cintura di sicurezza è ben allacciata, si chiama Denis Verdini. La maggioranza così deboluccia e così invincibile, nata dalle ceneri del grande pareggio del 2013, riesce così a passare anche quest’ennesima strettoia che produce una legge il cui futuro sembra destinato a durare fino alle elezioni politiche e poi basta. La maggioranza abbandona senza rimpianto né dolori i bersaniani e imbarca una volta per tutte i verdiniani, che il sì l’hanno pronunciato compatti, 13 su 14, per tutt’e cinque le volte. Così la resistenza di M5s, Mdp e Sinistra Italiana – si sapeva – è vana, può sfogarsi solo in piazza o su twitter. L’intero centrodestra, invece, si gode il lusso di non partecipare ai voti di fiducia e gioire per un sistema elettorale che fa sognare berlusconiani e leghisti.

Il risultato è in due fotografie. La prima: la riforma esce dal Parlamento senza essere modificata nemmeno di una virgola rispetto al testo iniziale deciso dai capi di quello che Maria Cecilia Guerra, capa dei senatori bersaniani, chiama il CartelloPd, Forza Italia, Lega e Alternativa Popolare. La seconda immagine è quella del Rosatellum che viene approvato a una velocità da razzo spaziale, perché tanto si sa già chi vota sì, chi no, chi è assente (parecchi). L’unico brivido è solo il sorteggio del cognome da cui partire per ogni chiama: “Casini” e già il sardo Cucca – 28 nomi più avanti – si prepara sui blocchi. “Rubbia!” e là sopra devono capire che è premio Nobel non campione olimpico. L’appello della chiama da messa cantata si trasforma quasi in un rap. La segretaria d’Aula Angelica Saggese, dirigente del Pd campano, è la segretaria d’Aula più energica: “Casson / Casson assente Castaldi / Castaldi assente Catalfo / Catalfo assente Cattaneo / Cattaneo assente Centinaio”. Silvana Amati, anche lei del Pd, professoressa di biologia, la più impegnativa per chi sta a sentire: “Albano, Albano… ah, ha già votato? Alicata!”. Mezz’ora sincopata per ogni voto di fiducia, neanche il tempo di uno starnuto. “Bruni. Etciù. Bubbico. Grazie“. I senatori del Pd che hanno la sorte di essere un po’ più lontani dai banchi della presidenza vivono con l’angoscia. “Favero… Favero!” e alla senatrice Favero conviene correre. A un certo punto accecato dall’adrenalina, il capogruppo Luigi Zanda si ripresenta a una chiama a cui ha già risposto: “No, Zanda no! Ha già votato”.

Bisogna fare presto, non solo perché venerdì comincia la sessione di bilancio. Forse anche perché c’è da togliere dagli occhi il modo in cui viene depositata in gazzetta ufficiale la legge che scrive le regole del gioco, che Mattarella aveva chiesto alle forze politiche a dicembre e che i partiti si sono ritrovati a scribacchiare quasi undici mesi dopo. Per molti – per molti anche tra quelli che sono passati a dire sì per cinque volte sotto al banco di Grasso – la legge ha cose che non vanno bene. Per molti – anche per molti dentro la maggioranza – il metodo con cui viene approvata non va bene. Uno sparuto gruppetto di senatori democratici per esempio si dichiara presente ma senza votare: MucchettiChitiManconiTocci tra gli altri. L’Aventino degli anti-Rosatellum (M5s, Mdp e Si) inizia invece subito prima dell’ultimo scrutinio di giornata, nel quale la maggioranza fa tutto da sola.

Il portavoce di tutto questo – incredibile a dirsi – diventa Giorgio Napolitano. Il vecchio presidente interviene da seduto, le lettere degli appunti scritte grandi, il tono da monito mai perso. Riceve i saluti della ministra Anna Finocchiaro poi di Mario Monti, diventato senatore a vita grazie a lui. Accanto lo osserva l’allora tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti. Dice che, primo: “Quali forzature può implicare e produrre il ricorso a una fiducia che sancisca la totale inemendabilità di una proposta di legge estremamente impegnativa e delicata?”. Secondo“Gentiloni sottoposto a forti pressioni, ha dovuto aderire, e me ne rammarico, a quella convergente richiesta, proveniente peraltro da quanti avrebbero potuto chiedere il ricorso alla fiducia non già su tutte le parti sostanziali della legge, ma sui punti considerati determinanti, cosa che non ebbero la lucidità o il coraggio di fare”. Terzo:  “Ma si può far valere l’indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida da parte del Parlamento fino a comprimerne drasticamente ruolo e diritti sia dell’istituzione sia dei singoli deputati e senatori?”. Quarto, nel merito: “Ho apprezzato la scelta di fondare la nuova legge elettorale su un mix di proporzionale e maggioritario, nella scia della legge Mattarella del 1993, dalla quale sarebbe stato coerente mutuare anche la netta distinzione tra le candidature nei collegi e quelle nelle liste dei partiti”. Tradotto: serviva il voto disgiunto o almeno due schede differenti per maggioritario e proporzionale.

Le parole hanno i colori quirinalizi, ma sono le stesse che in queste due settimane hanno ripetuto grillini, bersaniani, sinistri in generale. Eppure all’ex capo dello Stato non basta per riscattarsi. Fuori, al Pantheon, lo fischiano ogni volta che qualcuno lo nomina dal palco. Come quindici giorni fa, quando la legge usciva dalla Camera, i Cinquestelle riuniscono centinaia di persone contro il Rosatellum. Secondo gli organizzatori sono 4mila, forse sono meno, ma questa volta Grillo c’è: il passo di lato lo fa insieme a tutto al popolo, non solo con il suo. “Abbassate le bandiere, qui stiamo facendo una battaglia per tutto il popolo italiano”. Già ieri i Cinquestelle avevano manifestato con Mdp e Sinistra Italiana, con i giuristi che si erano schierati per il No al referendum costituzionale, diventato culla di un fronte comune che nessuno di loro avrebbe mai previsto. Dentro, in Aula, qualcuno del Pd minimizza, dice che della legge elettorale alla gente non interessa. Sergio Zavoli, 94 anni e sempre presente, si alza e – in un inciso di un discorso più lungo – fa notare al collega di partito che quelle persone là fuori sono tante, si interessano e che vanno ascoltate.

Denis Verdini le ascolta anche ma se ne frega. Si riveste da Wolf, quello che risolve i problemi del Pd. Ogni volta che passa sotto al banco della presidenza per dar fiato tenorile al suo sì, i senatori di Mdp battono le mani in modo sarcastico o forse stizzito. I senatori grillini invece scelgono di protestare ciascuno in modo diverso: Puglia urla a squarciagola il no coprendosi gli occhi, Crimi passa bendato, la Lezzi urla “mai con Barani e Verdini“, Giarrusso fa il gesto dell’ombrello spingendo Grasso a riportare l’ordine e D’Anna a rispondergli con altri quattro gesti identici. Per l’occasione D’Anna riforma anche la vecchia coppia che tanto lo diverte e tormenta il grillino salentino Lello Ciampolillo. Sembra esprimergli la sua fiducia smisurata. In Senato “il profilattico lo ha tirato fuori il senatore Ciampolillo – racconta D’Anna – Evidentemente usa i preservativi, era di dimensioni abbastanza consistenti”. “Nessun preservativo, era la benda annodata con cui stiamo protestando” risponde subito Ciampolillo attraverso un’agenzia di stampa, cadendo con tutti e due i piedi nella trappola dell’amico di Cosentino che ci vede benissimo, riconosce un profilattico da una banda per la testa e, insomma, due più due, voleva solo insultarlo. Chissà se il Rosatellum darà un’altra legislatura così costituente.

CRONACA ORA PER ORA DALL’AULA (QUI LA DIRETTA TV)

18.26 – Votano 7 leghisti per dire no: fondamentali per il numero legale
Anche sette senatori leghisti (Roberto Calderoli, Jonny Crosio, Silvana Comaroli, Raffaele Volpi, Paolo Arrigoni, Nunziante Consiglio e Paolo Tosato) che non avevano partecipato al voto nel corso delle prime 4 fiducie, hanno votato e detto no alla fiducia nel corso della chiama per l’art. 6. Con M5S, Mdp e Si fuori dall’aula e qualche asseza dovuta all’orario, infatti, la maggioranza che sostiene il Rosatellum bis temeva per il raggiungimento del numero legale.

18.24 – Ok anche all’ultima fiducia, 145 sì
L’Aula del Senato dice sì anche a questo quinto voto di fiducia chiesto dal governo alla riforma della legge elettorale. I voti a favore sono stati 145, quelli contrari 17. Nessun astenuto. I presenti sono stati 172, i votanti 162. Passa così l’articolo 6 del “Rosatellum”. L’articolo 5 era stato approvato con voto elettronico senza ricorrere alla fiducia.

18.19 – A sorpresa Calderoli vota no
Il padre del “Porcellum” Roberto Calderoli ha appena votato no al “Rosatellum”. Alcuni di Forza Italia e altri della Lega hanno deciso di votare, probabilmente, come si azzarda in ambienti del centrodestra, anche per “annacquare” il sostegno di Ala alla maggioranza. Ha detto no anche il senatore di FI Scilipoti Isgrò.

17.52 – I senatori escono dal Senato: “Ora in piazza”
L’intero gruppo dei senatori del M5S ha lasciato l’Aula di palazzo Madama. Sono usciti dall’ingresso di San Luigi dei Francesi e hanno raggiunto al Pantheon Luigi Di Maio e Di Battista che stanno protestando contro il “Rosatellum”.

17.48 – Grasso a M5s: “Difendo le istituzioni, più difficile restare che andarmene”
Il senatore del M5S Vito Crimi invita il presidente del Senato Grasso a dimettersi per protestare contro la decisione del governo di mettere la fiducia sul Rosatellum impedendo il confronto parlamentare. Secca la risposta: “A volte è più difficile restare che andarsene”. “Io che ho senso delle istituzioni resto nel mio posto. Come sapete non ho accettato di candidarmi in Sicilia proprio per poter continuare con senso delle istituzioni a espletare il mio compito”. “Quando si difendono istituzioni non sempre si possono seguire propri sentimenti”.

17.45 – M5s, Mdp e Si lasciano l’Aula del Senato per protesta
Dopo l’intervento di Maria Cecilia Guerra i gruppo di Sinistra italiana, Mdp e M5s lasciano l’aula del Senato in segno di protesta contro il Rosatellum.

17.40 – Approvato anche l’articolo 5, ora la quinta fiducia

17.38 – M5s a Grasso: “Codardo, dimettiti”
“Codardo”, “dimettiti”. Sono le parole che vengono gridate dai banchi del Movimento 5 stelle in aula al Senato mentre il presidente Pietro Grasso risponde al senatore Crimi. Il parlamentare M5s aveva appena chiesto a Grasso di “fermare gli abusi in Parlamento” e lo aveva invitato “a non rendersi complice”.

17.19 – Ora articolo 5 con voto ordinario, poi quinta fiducia
L’Aula del Senato ora voterà senza fiducia due emendamenti e l’articolo 5 del “Rosatellum”. E lo scrutinio sarà elettronico. A seguire si voterà la V e ultima fiducia sull’articolo 6 della riforma elettorale. Poi, si dovrebbe chiudere la seduta.

17.13 – Ok anche alla quarta fiducia, 150 sì
L’Aula del Senato dice sì al quarto voto di fiducia chiesto dal governo al “Rosatellum”. I voti a favore sono stati 150, 60 i no. Nessun astenuto. I presenti sono stati 217, i votanti 210. Viene approvato così l’articolo 4 del provvedimento.

16.45 – Il voto finale di domani non sarà di fiducia
Il voto finale previsto per domani in Senato sulla riforma elettorale non sarà un voto di fiducia. I 5 voti di fiducia chiesti dal governo sul Rosatellum si concluderanno entro oggi. Lo si precisa in ambienti parlamentari della maggioranza.

16.41 – Oltre mille persone alla manifestazione M5s
Piazza della Rotonda al Pantheon è per due terzi piena: ci sono tra le mille e le 1200 persone. Gli attivisti del M5S sono arrivati da tutta Italia (Marche, Foggia, Cava dè Tirreni, Melendugno, sono solo alcuni degli striscioni presenti).

16.34 – Ok anche alla fiducia sul terzo articolo: 148 sì
Via libera del Senato al terzo voto di fiducia chiesto dal governo sul “Rosatellum”. I sì sono stati 148, 61 i no. Nessun astenuto. I presenti sono stati 217, i votanti 209. E’ stato approvato così anche l’articolo 3 del disegno di legge elettorale.

16.19 – Napolitano parteciperà solo al voto finale
“Il presidente emerito Senatore Giorgio Napolitano affiderà al voto elettronico finale sulla legge elettorale l’espressione della fiducia al Governo Gentiloni che ha già annunciato in aula”. Si legge in una nota.

16.05 – Neanche Ruta (Pd) vota la fiducia
“Alle cinque fiducie consecutive poste dal Governo al Senato per la legge elettorale ho deciso di non votare, pur garantendo la presenza”. Lo ha detto il senatore molisano del Pd, Roberto Ruta, al termine della votazione a Palazzo Madama, aggiungendo che la scelta della fiducia è un errore. Sono 6 i senatori del Pd che non votano la fiducia al governo pur dichiarandosi presenti: Chiti, Manconi, Mucchetti, Tocci e Micheloni.

16.03 – Sì alla fiducia da 13 verdiniani su 14
Sono 13 i verdiniani che hanno dato il loro voto al governi per far passare la fiducia sull’articolo 1 del “Rosatellum”. Il gruppo al Senato è composto di 14 parlamentari. Tra i 53 assenti invece si contano 21 senatori di Forza Italia, 13 appartenenti al gruppo Misto, 8 di Gal, 6 della Lega, 2 del Movimento cinque stelle 1 di Ap e 3 di Federazione della Libertà (il gruppo di Quagliariello e Giovanardi).

16.02 – Napolitano non vota neanche alla seconda fiducia
L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non vota neanche il secondo voto di fiducia chiesto dal governo sul Rosatellum. Dei senatori a vita è presente nell’aula di Palazzo Madama solo Carlo Rubbia che vota sì. Il leader di Ala Denis Verdini è sempre presente nell’emiciclo e vota favorevolmente alla fiducia. Il numero legale è stato di 143.

15.50 – M5s a Grasso: “Dimettiti, non essere complice”
“Al Senato ci sentono. Grasso dimettiti se hai la schiena dritta, come nel 1953 il presidente del Senato si è dimesso”. Così il senatore M5S Vito Crimi sul palco della manifestazione contro il Rosatellum in piazza al Pantheon. “Il nostro non è un appello ma una richiesta legittima. Chiediamo al presidente Grasso di dimettersi immediatamente e di non rendersi complice di questo scempio”, ha aggiunto.

15.48 – Ok anche a seconda fiducia: 151 sì
Il governo ha ottenuto la fiducia anche sull’articolo 2 della riforma elettorale. I sì sono stati 151, i no 61, non ci sono stati astenuti. I votanti sono stati 220 (l’intero centrodestra non partecipa), 212 dei quali risultano votanti. Alcuni, come il senatore Massimo Mucchetti (Pd), si sono dichiarati presenti ma non votanti. La maggioranza necessaria era di 107.

15.40 – Il centrodestra non partecipa
Tutto il centrodestra ha deciso di non partecipare al voto di fiducia. In questo modo si abbassa il quorum necessario per la fiducia. Per questo motivo la prima fiducia ottenuta dal governo è stata solo con 150 sì, 8 in meno della maggioranza assoluta e una ventina in meno rispetto alla media delle fiducie ottenute dai governi delle larghe intese negli ultimi 4 anni e mezzo. Per questo diventa basilare capire se c’è o meno il numero legale, cioè il numero  Anche per questo le operazioni di voto procedono molto spedite.

15.37 – Puglia (M5s) grida il no a squarciagola
Un forte no urlato a squarciagola e con una mano sugli occhi per tapparseli. Così il senatore M5s Sergio Puglia ha espresso il suo voto contrario nel corso della seconda fiducia sulla legge elettorale.

15.32 – Seconda fiducia, raggiunto il numero legale
Raggiunto il numero legale anche in questo secondo voto di fiducia al “Rosatellum”. I senatori eletti all’estero sono presenti ma non votano. L’unico che vota sì è Aldo Di Biagio (Ap).

15.28 – I verdiniani votano sì anche alla seconda fiducia. Fonti Pd: “Non decisivi”
Denis Verdini e i senatori di Ala stanno votando la fiducia al Governo, dopo averlo fatto sull’articolo 1, anche sull’articolo 2 del Rosatellum bis. In occasione del primo voto, spiegano fonti Pd, i sì di Ala non sarebbero stati decisivi per il raggiungimento della maggioranza.

15.23 – Napolitano a sorpresa non vota
A sorpresa Giorgio Napolitano non ha votato la fiducia al “Rosatellum” nella prima e nella seconda chiama. Tra i senatori a vita solo Carlo Rubbia ha votato e ha votato sì.

15.20 – Manifestazione M5s al Pantheon, fischi a Mattarella, Grasso, Boldrini
Un coro di fischi si è alzato dai manifestanti M5s in piazza al Pantheon in protesta contro il Rosatellum quando dal palco quando la deputata Federica Dieni ha chiamato in causa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti del Senato e della Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini in quanto “responsabili” dell’attacco alla democrazia perpetrato con questa legge elettorale. Dieni, come prima Danilo Toninelli, ha dichiarato dal palco che “Grasso dovrebbe dimettersi”.

15.15 – Verdini vota la fiducia, da Mdp applauso sarcastico
Un applauso esplicitamente sarcastico dei banchi dei senatori Mdp ha salutato il voto favorevole alla fiducia sulla legge elettorale da parte di Denis Verdini.

15.03 – Ok alla prima fiducia con 150 sì
Passa nell’Aula del Senato la prima fiducia al “Rosatellum” con 150 sì, 61 no e nessun astenuto. I presenti sono stati 219 e i votanti 211. Passa così l’articolo 1 della riforma elettorale.

14.59 – Senatori M5s votano e fanno versacci a Verdini
Appena finiscono di votare i senatori del M5S rivolgono la loro protesta anche contro il leader di Ala Denis Verdini che è seduto sullo scranno più alto dell’emiciclo sulla destra che si trova proprio alla fine del percorso che i parlamentari fanno per pronunciare il sì o il no. Finito di passare sotto lo scranno della presidenza per dire il proprio no al Rosatellum indirizzano strilli e versacci contro il parlamentare. Tra gli altri Barbara Lezzi ha urlato sotto la presidenza: “No a testa alta, mai con Barani e Verdini”.

14.58 – Giarrusso (M5s) vota facendo il segno dell’ombrello
Il senatore del M5S Mario Michele Giarrusso passando sotto lo scranno della presidenza per votare, come accade in occasione del voto di fiducia, ha fatto il segno dell’ombrello. Clamore nell’emiciclo per il gesto di protesta del pentastellato. Il presidente del Senato Pietro Grasso sta tentando di riportare ordine nell’emiciclo.

14.55 – Forza Italia non partecipa al voto di fiducia

14.51 – Crimi vota bendato
Dopo aver capito che si è raggiunto il numero legale, i senatori del M5S hanno cominciato a votare e, passando sotto lo scranno della presidenza per esprimere il proprio no, hanno dato luogo a forme di protesta. Vito Crimi ha votato con una benda bianca sugli occhi mentre Roberto Cotti ha strappato il testo della riforma elettorale.

14.49 – I “pisapiani” autoproclamati a favore della fiducia
A votare sì alla fiducia sono tra gli altri i senatori “autoproclamati” seguaci di Giuliano Pisapia Luis Alberto Orellana (ex M5s), Dario Stefàno e Luciano Uras (entrambi ex Sel).

14.43 – Raggiunto il numero legale alla prima fiducia
E’ stato raggiunto il numero legale in questa dotazione sulla prima fiducia chiesta dal governo sul ‘Rosatellum’. Lo si apprende da fonti parlamentari.

14.20 – Grillo a Roma, atteso alla manifestazione M5s
Beppe Grillo è arrivato a Roma per partecipare alla manifestazione contro il Rosatellum indetta dal M5s al Pantheon. Il fondatore del Movimento è arrivato all’albergo ai Fori dove alloggia durante le sue trasferte romane ed ha “promesso” in un post sul suo blog che prenderà parte alla protesta (“italiani ci vedremo lì”) che andrà avanti fino al voto finale sulla legge elettorale.

13.29 – Fiano: “I collegi riportano gli elettori a scegliere”
“Questa legge elettorale con i collegi riporta gli elettori a scegliere i parlamentari. Noi crediamo nella scelta delle persone a differenza di chi le teme nelle urne. Questa legge spinge alle alleanze come da sempre richiesto dalla maggioranza delle forze politiche”. Lo ha dichiarato Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali della Camera. “La nostra alleanza di centrosinistra punta al 40% per avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Chi ha fatto fallire in Parlamento un’ipotesi fortemente maggioritaria, poi ha fatto fallire un’ipotesi di mediazione tra maggioritario e proporzionale e infine ha gioito del fallimento di un sistema proporzionale, non può lamentarsi adesso che abbiamo impedito al Paese di andare al voto con leggi non votate dal Parlamento e confezionate dalle sentenze della consulta”, ha concluso Fiano.

13.15 – Marcucci (Pd): “Rispetto per le critiche di Napolitano”
“Grande rispetto per il senso di responsabilità e per le critiche del presidente Napolitano”. Lo scrive su twitter il senatore Pd Andrea Marcucci, commentando l’intervento in aula del presidente emerito Giorgio Napolitano sulla legge elettorale.

13.12 – Taverna (M5s): “Da chi pressioni su Gentiloni?”
“Il presidente Napolitano ammette che Gentiloni ha avuto pressioni per imporre cinque fiducie. Chi sta facendo pressioni sul presidente del consiglio?”. Lo chiede in Aula al Senato la senatrice Paola Taverna intervenendo sulla fiducia al Rosatellum.

12.44 – Napolitano: “Essenziale cambio delle regole anti-ostruzionismo”
Napolitano considera “essenziale” la necessità “di misure e comportamenti miranti a maggiore funzionalità, efficienza e produttività nello svolgimento dei lavori parlamentari anche attraverso sveltimento e credibilità dei tempi di esame di ogni provvedimento nelle Camere. Senza che il Parlamento esorbiti dalle sue funzioni”. “Tutto questo è essenziale anche per contrastare rigurgiti di una campagna antiparlamentaristica che conta tristi precedenti in Italia”, osserva Napolitano che ricorda come si sarebbe potuti andare avanti su questo se non fossero rimasti “sempre nel cassetto i progetti di riforma dei Regolamenti”.


video di Alberto Sofia

12.41 – Napolitano: “Corretto dire che anti-ostruzionismo è la sola fiducia?”
“E’ corretto sostenere che una linea antiostruzionistica possa affidarsi solo a mezzi estremi come il vanificare ogni ricorso all’istituto del voto segreto e il negare ogni libero confronto emendativo?”. E’ questa una delle domande che Giorgio Napolitano rivolge ai senatori intervenendo sulla riforma elettorale e riflettendo sui modi migliori per contrastare comunque “forme di ostruzionismo dilatorio o paralizzante” in Parlamento.

12.37 – Napolitano: “Rosatellum, ok sistema misto maggioritario-proporzionale”
“Nel merito, ho apprezzato la scelta di fondare la nuova legge elettorale su un mix di proporzionale e maggioritario, nella scia della legge Mattarella del 1993, dalla quale sarebbe stato coerente mutuare anche la netta distinzione tra le candidature nei collegi e quelle nelle liste dei partiti”. Lo afferma il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama.

12.34 – Napolitano: “Il dilemma non è fiducia, ma la forzatura”
“Il dilemma non è: fiducia o non fiducia, anche perché non è mai stata affrontata, neppure dinanzi alla Corte, un’obiezione di incostituzionalità della fiducia. C’è però stato, nell’esperienza italiana, ricorso alla fiducia in occasioni e modalità molto diverse tra loro”. Così Giorgio Napolitano interviene sul Rosatellum al Senato. “Quali forzature può implicare e produrre il ricorso a una fiducia che sancisca la totale inemendabilità di una proposta di legge estremamente impegnativa e delicata?”, aggiunge.

12.28 – Napolitano: “Sì a fiducia per salvaguardare stabilità”
“Mi pronuncio, con tutte le problematicità e le riserve che ho motivato, per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell’azione per le riforme”. Così l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato il suo sì alla fiducia, concludendo il suo intervento nell’aula di Palazzo Madama.

12.28 – Napolitano: “Improprio far pesare responsabilità su Gentiloni”
“Singolare e sommamente improprio ho giudicato il far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse l’intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti”. Lo ha detto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo in Aula al Senato sul “Rosatellum”.

12.25 – Napolitano: “Su Gentiloni forti pressioni”
“Gentiloni sottoposto a forti pressioni, ha dovuto aderire, e me ne rammarico, a quella convergente richiesta, proveniente peraltro da quanti avrebbero potuto chiedere il ricorso alla fiducia non già su tutte le parti sostanziali della legge, ma sui punti considerati determinanti, cosa che non ebbero la lucidità o il coraggio di fare”. Lo dice Napolitano intervenendo sul Rosatellum. “E ho compreso la difficoltà in cui si è trovato” un premier “che ho stimato e stimo per il modo in cui ha guidato e guida il Paese rafforzando l’Italia”.

12.23 – Napolitano: “Compressi i diritti del Parlamento”
“Ma si può far valere l’indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida da parte del Parlamento fino a comprimerne drasticamente ruolo e diritti sia dell’istituzione sia dei singoli deputati e senatori?”. Se lo chiede il Presidente emerito Giorgio Napolitano, intervenendo al Senato sul Rosatellum. “L’interrogativo – prosegue – è sorto nelle ultime settimane con la posizione di fiducia su parti sostanziali del testo prima che si aprisse in aula alla Camera il confronto sugli emendamenti all’articolo 1”.

12.16 – L’intervento di Napolitano da seduto
Prende la parola in Aula il presidente emerito Giorgio Napolitano nel corso del dibattito sulla legge elettorale. Per prima cosa ringrazia il presidente Grasso per avergli consentito di parlare da seduto.

12.11 – Lo Moro (Mdp): “Bisogna procedere a crisi di governo”
“Gentiloni dovrà prendere atto che la maggioranza che ha dato fiducia nel 2017 non c’è più e che se non c’è più si deve procedere a una crisi di governo”. Così la senatrice di Mdp Doris Lo Moro,prendendo la parola in Senato nel corso della discussione generale sul Rosatellum.

11.41 – Quagliariello (Idea): “Noi contrari”
“Ribadiamo la nostra contrarietà a che sulla legge elettorale venga posta la fiducia. Ribadiamo che questa contrarietà va tenuta ferma indipendentemente dal gradimento sulla legge elettorale in discussione. Per questo il gruppo Federazione della Libertà-Idea non parteciperà ai voti di fiducia di oggi”. Lo dichiara Gaetano Quagliariello in Senato.

11.27 – Airola (M5s): “Voi del Pd peggio dei fascisti”
“Voi del Pd siete peggio dei fascisti. Loro arrivavano sulle loro camionette gridando ‘Allarmè, invece voi vi dite eredi degli antifascisti, di chi in questa Aula lottava contro il regime”. Lo afferma il senatore M5s Alberto Airola, intervenendo in Aula contro la scelta di mettere la fiducia sul Rosatellum.

11.18 – Pegorer (Mdp): “Nasce il governo Renzi-Verdini-Berlusconi”
“Questa legge elettorale è l’espediente per chiudere a riccio il sistema politico istituzionale, cercando di eliminare tutte le voci dissenzienti, e ha come unico obiettivo rinsaldare e garantire il patto consociativo tra il Partito democratico a guida renziana e Forza Italia, tra Renzi e Berlusconi, con la copertura logistica di Verdini, un patto costruito in questa legislatura e che si vuole protrarre anche nella prossima”. Lo ha dichiarato in Aula Carlo Pegorer, Mdp.

11.11 – Chiti (Pd): “Fiducia sbagliata, non la voto”
“Mettere la fiducia è stato un errore: mi colpisce la sottovalutazione della gravità di questa scelta. Non si può giustificare la scelta di mettere la fiducia sulla legge elettorale. Non la voto”. Lo afferma Vannino Chiti (Pd), intervenendo in Aula contro la decisione di porre la fiducia sul Rosatellum. L’ex presidente della Toscana ha anche aggiunto che non parteciperà nemmeno al voto finale. “Non voterò la legge elettorale. Non parteciperò nè a voti fiducia nè al voto finale sulla legge. E’ una distinzione dal mio gruppo che mi pesa ma che non posso evitare”. Lo ha detto il senatore Pd, Vannino Chiti, intervenendo in aula sul Rosatellum bis.

10.41 – Fassino: “Voti segreti? La legge elettorale non è Arlecchino”
“Una legge elettorale non è un vestito di Arlecchino”. Così Piero Fassino (PD), ospite questa mattina di Agorà su Rai3. “Se Tu sottoponi a settanta, ottanta, trenta, quaranta voti segreti viene fuori non una legge elettorale, viene fuori un patchwork. Perché una legge elettorale non è una legge in cui ne cambi un pezzo, ne metti un altro. Perché poi viene fuori una legge che non è gestibile come è già successo con quella che è già in vigore dopo la sentenza della Corte Costituzionale”.

10.34 – Crimi (M5s): “Da Pd-Fi truffa aggravata”
“Siete colpevoli del reato di truffa aggravata con la recidiva e per i recidivi non c’è la condizionale ma la galera: state facendo l’ennesima legge che finirà nel cesso”. E’ un passaggio rivolto ai banchi di Pd e Fi dell’intervento del senatore M5s, Vito Crimi nell’Aula di Palazzo Madama, tutto dedicato a bocciare la decisione del governo di porre la fiducia sulla legge elettorale.

10.19 – Santangelo (M5s) protesta sciogliendosi la cravatta
“Questo è un Palazzo che non permette l’accesso a chi è senza cravatta ma vota leggi incostituzionali come il Rosatellum”. Così il senatore M5s, Vincenzo Santangelo, nel suo interevento nell’Aula di Palazzo Madama. E per sottolineare questo passaggio, Santangelo si è slacciato la cravatta, sciogliendo il nodo ma solo parzialmente. “Questo è un Parlamento dove bisogna avere la cravatta. Se me la tolgo, ma non lo faccio del tutto, il presidente mi blocca”. “Ma se arriva una legge incostituzionale – aggiunge concitato – non si può nemmeno discuterla”.

10.12 – Napolitano interverrà alle 12
L’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano interverrà verso le 12 nell’aula di Palazzo Madama, nell’ambito della discussione generale sulla questione di fiducia posta dal governo sulla legge elettorale.

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