Beppe Grillo a fianco di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista bendati per simboleggiare “la cecità” a cui sono costretti gli elettori con la nuova legge elettorale. E’ una piazza di bende bianche quella che ha accolto i leader M5s davanti al Pantheon a Roma, mentre in contemporanea al Senato si votava la fiducia. “Hanno la velocità degli scippatori”, ha attaccato Grillo. Poi Di Battista: “Mattarella stia attento a firmare questa legge. Mattarella si ricordi di fare Mattarella”. E Di Maio, introdotto dal comico come “colui che cambierà l’Italia”: “La prossima volta la maggioranza sarà fuori dal Parlamento”. Il leader 5 stelle è arrivato nel tardo pomeriggio, dopo aver ricevuto in hotel i deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro (i due che hanno “commissariato” la Raggi negli ultimi mesi) e poi si è presentato alla piazza per sostenere i suoi. “E’ una sorta di mosca cieca”, ha esordito, “qualsiasi votazione possiamo fare, l’esito è già scontato. E’ una roulette dove vince sempre il banco. Questo è un Paese spolpato dall’interno”. Quindi l’accusa: “Hanno la velocità degli scippatori, non abbiamo potuto fare una manifestazione attorno al Senato. Hanno paura. Così ho consigliato alla polizia di andare là e accerchiarli loro”. Grillo ha poi chiuso la giornata cantando e, rientrato in hotel, ha calato una treccia d’aglio dalla finestra in segno di provocazione verso i giornalisti.

di Manolo Lanaro

La giornata di protesta dei 5 stelle è iniziata in tarda mattinata. Davanti al Pantehon a Roma si sono radunati centinaia di attivisti M5s provenienti da tutta Italia: circa 1500 per le forze dell’ordine, 4mila invece secondo gli organizzatori. L’ospite più atteso naturalmente Grillo che, a fianco del candidato presidente del consiglio, ha trasformato il presidio in un antipasto di campagna elettorale per le politiche della prossima primavera. “Noi”, ha detto il leader M5s quando è stato il suo turno, “dobbiamo dimostrare agli italiani, quelli che si barricano dietro un ‘siete uguali agli altri’, che c’è un mondo diverso. C’è un mondo diverso fatto di altre cose, anche di allegria. Le parole guerriere dette con Gianroberto erano le parole che abbiamo dentro. Dobbiamo far star bene le persone, perché se stanno bene si aprono anche agli altri”. Grillo ha fatto anche una battuta sulla gestione della Capitale, da un anno e mezzo amministrata dai grillini: “Ho dovuto sporcare io perché era tutto pulito, sta migliorando leggermente ma non lo dite in giro. Ho parlato col topo che fotografano sempre, ha detto ‘non ce la faccio più, mi portano sugli stessi set'”, ha detto scherzando. Al termine del comizio, Grillo ha salutato la folla intonando la canzone che già aveva cantato dal palco di Rimini: “Ho veduto una luce e sentito una voce..Oh my God show me the way”. E poi ha detto: “Adesso dovete andare con le bende in silenzio, non fate molte escandescenze: cospirate, quando dovete invitare delle persone dentro il movimento ditelo a bassa voce, ci difendiamo così”. Quindi ha annunciato la sua prossima tappa in Sicilia per sostenere la candidatura di Giancarlo Cancelleri. “Grazie per quello che avete fatto e che farete: noi ci siamo, andiamo in Sicilia e… la minchia sia con voi!”.

Nel corso del presidio ha preso la parola anche Di Battista che si è rivolto direttamente al Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Al presidente voglio solo ricordare che quando era deputato della Repubblica intervenne in aula contro la riforma elettorale del governo Berlusconi perché approvata a colpi di maggioranza, disse che era vergognoso. Mi piacerebbe ricordare a Mattarella di fare Mattarella. Faccia attenzione a firmare una seconda volta una legge truffaldina e anticostituzionale”. Poi al segretario dem Matteo Renzi ha detto: “Questo ducetto… questo bulletto che ovunque va, prende contestazioni. Copia qualsiasi cosa, i treni li abbiamo fatti noi… ora farà anche i Vaffa Day”. Anche per il deputato, il primo obiettivo ora è vincere in Sicilia alle prossime Regionali: “Vincere in Sicilia sarebbe la prima picconata, non se la dimenticheranno mai. Per quello erano terrorizzati e dovevano blindare la legge elettorale”.

Il candidato premier M5s Di Maio ha invece ribadito come, neppure una “legge porcata come il Rosatellum”, possa essere un alibi per gli elettori: “Ci dobbiamo liberare degli alibi: anche una legge come il Rosatellum, fatta contro l’M5s, non può essere un alibi per votare sempre gli stessi o per non andare a votare. Quello che vogliono fare qui col Rosatellum con le ammucchiate, in Sicilia è già realtà. Noi siamo l’unica certezza alle prossime elezioni per poter formare un governo dei cittadini. Si stanno facendo male con le loro mani, perché creando incertezza renderanno il Movimento sempre più determinante”. Quindi anche Di Maio ha lanciato la sfida delle prossime politiche: “Questa”, ha detto, “è l’ultima volta che votano una legge come maggioranza perché la prossima volta saranno all’opposizione o saranno minoranza o addirittura fuori dal Parlamento. I prossimi 4 mesi saranno determinanti per la democrazia”.
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