Avete presente la Golf? Certo che si. Se non altro perché è l’auto più venduta in Europa da trent’anni a questa parte. Beh, la notizia è che nei pensieri dei vertici Volkswagen, questo non sarà più il fulcro dell’offerta di Wolfsburg. Dove hanno già in mente quale sarà la prossima best seller di casa. Non si tratta una berlina media classica ma, in ossequio alle tendenze di un mercato che li vuole sempre più protagonisti, uno sport utility di dimensioni compatte. Perché, come fanno sapere dal quartier generale Vw, “nei prossimi 10 anni il loro volume annuo mondiale passerà da 6,4 a 10,4 milioni di unità e per l’80% verranno venduti in Europa e Cina“.

Come avrete capito stiamo parlando della T-Roc, il quarto e nuovo membro di una famiglia “muscolare”, che annovera già modelli come Tiguan, Atlas e Touareg. 4,23 metri di lunghezza, in pratica l’attacco al cuore di una concorrenza che si chiama Fiat 500X innanzitutto, ma anche Jeep Renegade, Opel Mokka e non solo. Concorrenza rispetto alla quale Volkswagen, va detto, è arrivata decisamente in ritardo.

Tempo in più per studiare l’evoluzione del segmento e non commettere errori? Essendo ottimisti, si potrebbe dire così. Anche perché in effetti la personalità c’è tutta, specie nell’estetica: muscoli (ma non troppi), linea di cintura elevata, superfici vetrate non eccessivamente ampie e qualche tratto distintivo in più, con un posteriore vagamente sexy e il vezzo della vernice bicolore di serie. Nel complesso, le proporzioni sono azzeccate e la caratterizzazione pure, perché il rischio di fare una copia in piccolo della Tiguan c’era eccome. Invece questa T-Roc è indubbiamente rock, e balla da sola.

L’abbiamo provata in Portogallo, proprio vicino alla fabbrica di Palmela dove viene prodotta sulla medesima piattaforma modulare che dà vita anche alle Audi A3 e Q2, nonché alla stessa Golf. Viene da sè che le doti dinamiche e di guidabilità siano ai livelli che ci si attende: agile e sicura, grazie a uno sterzo preciso e alle sospensioni a controllo elettronico, molto utili nel regalare “dolcezza” all’andatura, specie in curva. Anche perché i tecnici tedeschi hanno optato per un assetto un tantino rigido, limitando di molto l’effetto rollio.

I motori a disposizione nel test sono stati il 2.0 TDI a gasolio (con cambio dsg a 7 marce e trazione integrale) e il 1.5 TFSI benzina, entrambi da 150 cavalli. Meglio il primo del secondo, quanto a prontezza e brio, nonostante qualche rumorino in più. Ma per l’arrivo del motore che nei piani teutonici sarà il più venduto, il 1.6 turbodiesel da 115 Cv, bisognerà attendere i primi mesi del prossimo anno.

Quanto agli interni, va detto subito che chi guida può trovare una sistemazione ottimale, grazie alle tante regolazioni del sedile e alla sua posizione rialzata. L’abitacolo in generale è comunque accogliente e high tech, grazie al touch screen da 8” sistemato in alto al centro della plancia e soprattutto all’Active Display, il quadro strumenti digitale (optional, ma da prendere assolutamente) disponibile nondimeno su auto di diversi marchi del gruppo Volkswagen. Non convincono invece le plastiche dure del cruscotto e degli sportelli: data l’importanza strategica del modello, si poteva fare di meglio.

Ultima nota per allestimenti e prezzi. Quanto ai primi si è voluto puntare subito in alto offrendone solo due, con dotazioni ottime e abbondanti, evitando il solito entry level che dalle nostre parti non ha mai avuto molta fortuna. Riguardo al listino, infine, va detto che parte da poco sotto i 23 mila euro per arrivare sopra i 34 mila.

VOLKSWAGEN T-ROC – LA SCHEDA

Il modello: è il quarto suv-crossover della gamma Volkswagen, dopo Tiguan, Atlas e Touareg. Ha dimensioni compatte e viene prodotto sulla stessa piattaforma della Golf, nello stabilimento portoghese di Palmela

Dimensioni: lunghezza 4,23 metri, larghezza, altezza

Motori benzina: 1.0 TFSI da 110 Cv e 1.5 TFSI da 150 Cv

Motori diesel: 2.0 TDI da 150 Cv (da gennaio 2018 1.6 TDI da 115 Cv)

Consumi: da 5,1 a 6,8 l/100 km

Emissioni: da 116 a 155 g/km di CO2

Prezzi: da 22.850 euro

Ci piace: il design, la dinamica di guida, la strumentazione digitale

Non ci piace: la plastica degli interni dura e di scarsa qualità

Articolo Precedente

Seat Arona, la prova de Il Fatto.it – Dalla Spagna con piacere – FOTO

next
Articolo Successivo

Porsche Panamera Sport Turismo, la prova de Il Fatto.it – La famiglia (ricca) va veloce – FOTO

next