“Su Weinstein ne sapevo abbastanza da fare di più di quello che ho fatto”. Ci ha messo una quindicina di giorni, ma alla fine anche Quentin Tarantino è intervenuto sul caso del produttore molestatore/stupratore seriale hollywoodiano. E non ci fa certo una bella figura. È stato il New York Times a raccogliere il mea culpa del regista che deve forse più di ogni altro collega l’affermarsi della propria carriera professionale prima con la Miramax poi con la The Weinstein Company. “Ero a conoscenza di più particolari rispetto alle normali voci che giravano nell’ambiente su di lui. Non erano informazioni di seconda mano. Sapevo per conoscenza diretta di un paio di episodi di questo tipo. Avrei voluto prendermi la responsabilità di quello di cui venni a conoscenza. Se lo avessi fatto avrei dovuto smettere di lavorare con lui”.

Le denunce di molestie sessuali e aggressioni da parte di Weinstein a decine di attrici sono state pubblicate dapprima dal The New York Times e dal The New Yorker. Gli articoli hanno avuto un tale peso mediatico che tantissime altre donne oltre quelle che hanno testimoniato al NYT hanno voluto condividere e denunciare i resoconti dei presunti abusi subiti, facendo aprire un’indagine penale contro l’oramai ex mogul, e scatenando un flusso continuo via social e stampa di testimonianze contro Weinstein. Però Tarantino ha raccontato di aver sentito parlare del particolare modo di comportarsi di Weinstein molto prima che uscissero questi articoli. Quando ancora Tarantino e Mira Sorvino si frequentavano da fidanzati nel 1995, ovvero tre anni dopo il successo de Le Iene distribuito dalla Miramax, la ragazza raccontò al suo partner che il produttore l’aveva massaggiata contro la sua volontà e l’aveva inseguita per i corridoi dell’hotel dove soggiornava. “Ero scioccato e sconvolto. Non potevo crederci ma pensavo che all’epoca Weinstein fosse particolarmente attratto da Mira”. A differenza di altre attrici, le molestie alla Sorvino non ebbero seguito probabilmente perché l’attrice aveva ufficializzato il rapporto con il regista; anche se la ragazza proprio dopo quegli anni vide la sua carriera spegnersi definitivamente. Ma, sempre secondo le dichiarazioni riportate sul New York Times, Tarantino ha ammesso che nel corso degli anni ha saputo in prima persona da un’altra attrice un episodio simile di molestie subite dal suo produttore/distributore, come del resto era venuto a conoscenza di un accordo raggiunto da Rose McGowan con Weinstein, anche se negli scorsi giorni l’attrice è tornata ad accusarlo di stupro. Ancora, il regista di Jackie Brown ha raccontato di aver sentito voci di seconda o terza mano di tentativo di molestie e aggressioni da parte di Weinstein ad altre attrici, ma di aver pensato che si trattasse di quelle scene “anni cinquanta/sessanta dove il capo insegue la segretaria attorno alla scrivania”.

Tarantino ha però spiegato di non aver mai pensato che questi episodi facessero parte di una modalità ripetuta di abuso sulle donne moltiplicata per decine di casi. “L’errore che ho fatto è stato quello di sminuire gli incidenti e so bene che tutto quello che dico oggi suonerà come una fottuta scusa”. Nell’intervista durata un’ora con i cronisti del NYT, il 54enne regista si è scusato e ammesso la colpa di non aver fatto nulla all’epoca dell’accadimento dei fatti; ha chiesto che cambi immediatamente il sistema con cui vengono trattate le donne a Hollywood (“vengono trattate come sotto una sorta di effetto leggi Jim Crow – provvedimenti di inizio novecento che tendevano a mantenere la segregazione razziale ndr – che noi maschi abbiamo tollerato e permesso che esistesse in tutti questi anni”); infine ha condannato il comportamento di Weinstein pur confermando la sua vicinanza con lui a livello professionale quasi come un figlio con un padre. Infatti il produttore e il regista sono stati in simbiosi lavorativa per decenni: dal 1992 quando Weinstein distribuì Le Iene, poi nel 1994 quando produsse e distribuì la Palma d’Oro a Cannes, Pulp Fiction, e nel 2003 Kill Bill; infine sempre produzione e distribuzione di Bastardi senza gloria e The Hateful Eight ma come The Weinstein Company.

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