Oltre cento capolavori fra tele, schizzi, bozzetti. E poi ancora lettere, fotografie, una maschera di Pulcinella. Tutto per celebrare un momento storico: il centenario del primo viaggio di Pablo Picasso in Italia. La mostra “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925” è un omaggio della Capitale al grande genio spagnolo che “invade”, colora e riempie le sale delle Scuderie del Quirinale  per un’esposizione d’eccellenza in programma fino al 21 gennaio 2018 (15 euro il biglietto intero, 13 il ridotto). Al tempo stesso, la personale, aperta tutta la settimana a partire dalle 10 (fino alle 20 da domenica a giovedì e fino alle 22,30 venerdì e sabato), è anche una testimonianza della profonda influenza dei soggiorni a Roma e a Napoli sull’arte del grande maestro del Novecento.

A soli 26 anni, quando Picasso arriva in Italia è già un affermato pittore. In Europa infuria la Grande Guerra che invita a riflettere sul senso della vita. Al seguito dell’amico Jean Cocteau, Picasso cerca in Italia nuovi spunti per la sua arte. Scopre il fascino delle rovine romane e dall’arte popolare napoletana che diventano fonte inesauribile d’ispirazione. Nonostante il triste momento storico internazionale, non c’è dubbio che il viaggio italiano segni una fase umana e artistica rilevante per Picasso che, a Roma, prepara i costumi e le scene per i Ballets Russes di Sergej Diagilev. Ma soprattutto incontra la ballerina russa Olga Chochlova che diventerà sua moglie ed è al centro di diversi quadri di questo periodo.

Nelle tele esposte, attentamente selezionate dai curatori Olivier Berggruen e Anunciata von Liechtenstein, rivivono infatti i momenti che Picasso trascorre accanto ad Olga, le amicizie, i personaggi del teatro. “E’ un’esposizione a cui si lavora dal 2015 e che si presenta come una delle più importanti mostre mai dedicate in Italia a Picasso” sottolinea Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales spa, coproduttrice dell’esposizione con MondoMostre Skira e con la partecipazione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. L’occhio del visitatore può quindi passare dal Ritratto di Olga in poltrona (1918) all’Arlecchino (Léonide Massine, 1917), alla Natura Morta con chitarra, bottiglia, frutta, piatto e bicchiere su tavolo (1919) per osservare poi Due donne che corrono sulla spiaggia (1922), Il flauto di Pan (1923), Saltimbanco seduto con braccia conserte (1923), Arlecchino con Specchio (1923) Paulo come Arlecchino (1924) e Paulo come Pierrot (1925).

E’ grazie ai contributi di ben 38 prestatori di opere che la mostra romana diventa davvero un unicum con quadri che vengono da ogni angolo del mondo per dare vita ai personaggi di Parade. Proprio il sipario dello spettacolo Parade, ideato da Cocteau e per la prima volta rappresentato a Parigi al Thèatre du Chatelet il 18 maggio del 1917, è uno dei pezzi più pregiati che viene messo in mostra a Palazzo Barberini nel salone affrescato da Pietro da Cortona (5 euro l’ingresso con il biglietto delle Scuderie del quirinale). Diciassette metri di lunghezza e undici altezza, la tela di Parade raramente lascia il Centre Georges Pompidou di Parigi, dove è conservata, per essere esposta all’estero. Ma trova quasi la sua dimensione naturale all’interno di Palazzo Barberini dove sono molte le sorprese per grandi e piccoli organizzate per diffondere l’arte di Picasso. Durante l’esposizione di Parade è infatti prevista un’intensa attività ludico-ricreativa dedicata ai bambini e alle loro famiglie (4-12 anni). Visitatori piccoli e grandi potranno “esplorare” la mostra (infoline: 0681100256 oppure info@scuderiequirinale.it), attraverso giochi, laboratori creativi per gruppi, letture e riviste che renderanno unico l’incontro italiano con il grande genio spagnolo del Cubismo.

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