Abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Procura di Locri ha messo sotto inchiesta il sindaco di Riace Mimmo Lucano, l’uomo che ha trasformato il piccolo paesino della Locride in un modello di accoglienza per i migranti.

La guardia di finanza si è presentata ieri nella sua abitazione notificando un avviso di garanzia e un decreto di perquisizione che arriva a distanza di qualche mese da una pesantissima relazione dei commissari prefettizi sulla gestione amministrativa dei progetti di accoglienza. Le fiamme gialle hanno perquisito anche la sede del Comune e quelle di alcune associazioni che si occupano di migranti.

Il provvedimento, disposto dal procuratore Luigi D’Alessio, ha l’obiettivo di sequestrare “tutta la documentazione amministrativa, contabile e bancaria – si legge – inerente i progetti di accoglienza degli stranieri a cui partecipano le associazioni in convenzione con il Comune di Riace (Sprar-Cas-minori non accompagnati) con il particolare riferimento alle rendicontazioni e alle fatture giustificative delle spese sostenute dal 2014, nonché le determinazioni emesse dal sindaco e ogni altra documentazione ritenuta utile ai fini delle indagine”.

Il sindaco di Riace, grazie alla sua attività in favore dell’accoglienza, l’anno scorso era stato inserito dalla rivista Fortune al quarantesimo posto tra le personalità più influenti nel mondo. Su di lui, inoltre, Rai Fiction ha annunciato la realizzazione di una serie televisiva in cui Beppe Fiorello interpreterà Lucano.

Il primo cittadino non è l’unico indagato dalla Procura di Locri. L’avviso di garanzia, infatti, è stato notificato anche a Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione “Città Futura – don Pino Puglisi”.

“Sono amareggiato per queste cose che stanno succedendo. C’era stata una relazione della prefettura che è falsa e alla quale ho presentato delle controdeduzioni cui nessuno ha mai risposto”. Conosciuto con il soprannome di “Mimmo il curdo”, il sindaco indagato non nasconde lo sconforto. Poche settimane fa, Lucano si era detto “sfiduciato e indignato con lo Stato” dopo che ministero dell’Interno e Prefettura di Reggio Calabria avevano sospeso l’erogazione dei fondi per presunte irregolarità.

“Mi contestano – spiega il sindaco – i rapporti con le associazioni che svolgono attività e che sviluppano dei progetti integrativi: un frantoio, laboratori di artigianato, le case per il turismo dell’accoglienza. Sono attività collaterali all’integrazione.  Se tu fai un progetto anonimo che rimane là e che si occupa soltanto dei servizi, allora le città che accolgono i migranti assomiglierebbero ad alberghi e questo non fa altro che impoverire il territorio”.

E invece? “Così com’è, il modello Riace potrebbe far pensare a un’impostazione burocratica un po’ precaria – conclude il primo cittadino della Locride – Ma non è vero. Questo è il punto di forza del nostro modello Riace, non è un’occultazione di fondi. Svolgiamo un’attività che tiene conto anche del dopo, o meglio di una possibilità per il territorio. In questi anni non ho mai fatto favoritismi per nessuno. Pensa che la mia famiglia è andata via da Riace. Mi possono anche ammazzare, non troveranno nemmeno un’ombra. Non ho nulla da nascondere. Ho un conto corrente di 700 euro, non ho proprietà, non ho cose in banca. Quando sono arrivati i finanzieri, li ho fatti entrare e gli ho detto: ‘Queste sono le chiavi di casa, girate quanto volete’. Io sono disponibile a tutto. Non mi sottraggo a nessuna indagine”.

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