Cultura

Pierluigi Cappello morto, addio al pluripremiato poeta friulano. Disse di sé: “Io, autore per condizione biologica”

Nato a Gemona del Friuli (Udine), aveva 50 anni e soffriva da tempo di una grave malattia. Tra le sue opere recenti la nuova raccolta di poesie "Stato di quiete", con prefazione di Jovanotti

di F. Q.

Si è spento all’alba nella sua casa di Cassacco (Udine), il pluripremiato poeta friulano Pierluigi Cappello. Aveva 50 anni e soffriva da tempo di una grave malattia. Nato a Gemona del Friuli (Udine) e cittadino onorario di Udine e Tarcento (Udine), Cappello ha vinto il premio “Montale” nel 2004 con “Dittico”, il “Viareggio-Rèpaci” nel 2010, il “Vittorio De Sica” nel 2012 (ricevuto da Giorgio Napolitano al Quirinale) e il “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” per l’opera poetica, conferitogli nel 2013 l’Accademia dei Lincei. Nel 2014 a Udine, gli è stato consegnato il premio letterario internazionale Terzani ex aequo con Mohsin Hamid. Nel settembre 2013, ha ricevuto dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Scienze della formazione.

Tra le sue opere più recenti, “Questa libertà”, sua prima e attesa prova narrativa, inserita nella storica collana “La Scala”, e “Azzurro elementare”, l’opera omnia poetica, entrambe sotto il segno della Bur. E poi un libro scritto per i bambini, “Ogni goccia balla il tango” (Rizzoli, 2014), e la nuova raccolta di poesie “Stato di quiete”, con prefazione di Jovanotti, seguita da una sua nota introduttiva, uscita nel 2016 sempre per i tipi di Bur contemporanea. Costretto in carrozzella dopo un incidente nel 1983, Cappello era molto legato alla sua terra e alla fitta rete di amicizie e di sodalizi artistici e culturali di cui si faceva motore e interprete. Quando parlava dei suoi inizi, si definiva “poeta per condizione biologica”. In seconda media un’insegnante gli fece conoscere la Chanson de Roland, Omero, Ariosto. Lui iniziò prima a disegnare quelle gesta, poi passò ai versi. E fu l’inizio del suo grande amore.

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