“Fare giornalismo è imporre dei temi, fare delle denunce. Se questo significa schierarsi, allora è giusto. Nella misura in cui non ci si schiera dalla parte di un partito, ma di chi ha subito un’ingiustizia”. Ecco il manifesto di Valentina Petrini, reporter e conduttrice di Nemo- Nessuno escluso, che ha debuttato ieri sera su Rai2 con la seconda stagione, affrontando diversi temi dalle rotte dell’immigrazione in Africa alle primarie dei 5 Stelle. Fq MillenniuM, il mensile del fatto diretto da Peter Gomez, nel numero ancora in edicola propone una lunga intervista alla giornalista, che con Enrico Lucci anima uno dei programmi più innovativi comparsi in tv negli ultimi anni sul fronte dell’informazione.

“Sono diventata giornalista perché sono nata a Taranto, una città tristemente nota alla cronaca in cui, da cittadina, ho avvertito che c’era qualcosa che non andava”, racconta Petrini al collega Domenico Naso. “Ho scelto il giornalismo per approfondire e indagare, per scoprire delle cose su Taranto che grazie all’impegno di tanti colleghi oggi si danno per scontate”. Il modello è il rispetto dei fatti: “Il giornalista che piace a me non è un opinionista“.

Il modello deve essere applicato, a maggior ragione, ai temi che tendono a prendere più la pancia che la testa dell’opinione pubblica. Così Valentina Petrini entra nel merito della questione immigrazione: “Un fenomeno che divide, che stimola istinti primordiali sui social network. E come qualsiasi fenomeno epocale ha una narrazione reale e una ideologica. Quella reale è ancorata ai fatti”.

L’intervista integrale a Valentina Petrini si può leggere su Fq Millennium di settembre, in edicola fino al 6 ottobre. Il numero offre inoltre una lunga sezione di inchieste e approfondimenti sulla controversa questione dell’obbligo vaccinale, oltre a una lunga intervista al fisico Carlo Rovelli (autore fra l’altro del best seller Sette brevi lezioni di fisica, ora in libreria con L’ordine del tempo) e un approfondimento sulla moda dell’avocado, tra pulsioni salutiste ed effetti nefasti sull’ambiente (e persino sul contrasto al narcotraffico). La scrittrice ospitata in questo numero è invece Francesca Magni, che in Il bambino che disegnava parole (Giunti), appena uscito, racconta l’esperienza di un figlio dislessico. Per Fq Millennium ha scritto un articolo sulle barriere che ancora oggi la scuola impone agli allievi affetti da questo deficit, che spesso peraltro si accompagna a tratti di genialità.

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