Si è detto più volte, numeri alla mano, che la distrazione è la prima causa di incidenti stradali. E se n’è data la colpa principalmente all’utilizzo improprio di smartphone mentre si guida. Ebbene, gli inseparabili telefonini non sono gli unici a distoglierci dalla strada. Secondo un’indagine promossa dalla Quixa e realizzata da MPS Evolving Marketing Research, una grossa fetta di responsabilità ce l’hanno anche navigatori e computer di bordo, sui quali il 40% degli automobilisti ammette di “smanettare” quando è al volante.

La faccenda è ancora più seria quando si sposta l’analisi su giovanissimi e neopatentati, ovvero quella fascia di età che va dai 18 ai 24 anni: ben l’84% di loro ha dichiarato di distogliere l’attenzione dalla guida per impostare la navigazione, cambiare la stazione radio, o maneggiare le mille diavolerie elettroniche che le moderne dotazioni di bordo mettono loro a disposizione. Che se usate debitamente, cioé a ruote ferme, non sarebbero pericolose ma così lo diventano.

Tuttavia non c’è solo la tecnologia a distrarci. Lo stesso effetto fuorviante ce l’hanno anche gesti che ormai compiamo quasi in automatico, senza pensare che siano potenzialmente pericolosi. Come ad esempio mangiare o bere mentre si guida, cosa che il 29% degli italiani fa regolarmente. O voltarsi per controllare i bambini seduti nei sedili posteriori, come quasi un automobilista su quattro. C’è poi un 15% (e il sospetto qui è che sia un dato al ribasso…) che ammette di truccarsi, pettinarsi o aggiustarsi la cravatta, ma solo quando il semaforo è rosso.

I malvezzi al volante, infine, hanno anche una caratterizzazione geografica: la distrazione da navigatore è più diffusa al sud (45%) così come i genitori che si voltano per controllare i bambini (29%), mentre bere o mangiare al volante è una prerogativa del nord-est (38%). La sicurezza, invece, non dovrebbe avere confini.

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