Procura anti-terrorismo. Esercito comune. Frontiere. A 48 ore dalla vittoria amara di Angela Merkel nelle elezioni tedesche, Emmanuel Macron sceglie tre parole chiave per il discorso sull’Europa pronunciato alla Sorbona sul futoro delle istituzioni comunitarie. Il messaggio è chiaro: il rilancio dell’Unione Europea parte dalla sicurezza, che “è la prima condizione per vivere insieme”. Ed è l’argomento scelto per fare presa sul popolo degli euroscettici.

Le vuote parole di rito sulla volontà di non lasciare da sole Italia e Grecia sul fronte dei migranti (“Fin quando lasceremo i nostri partner sommersi senza aiutarli a difendere le frontiere, mancheremo di umanità”) lasciano ben presto il posto alla strategia con cui il giovane presidente francese si propone come regista del rilancio con cui intende presentare quest’ultimo ai cittadini che nei confronti dell’Unione nutrono una crescente sfiducia.

“Voglio che si crei progressivamente una polizia europea delle frontiere” Ue, ha scandito Macron. Un corpo che dovrà effettuare una “rigorosa” gestione dei confini del continente. Parallelamente “nell’anno che viene voglio venga costituito un vero ufficio europeo dell’asilo per accelerare e armonizzare le nostre procedure” di identificazione e rimpatrio. Serve, tuttavia, anche un “ampio programma di integrazione e protezione dei rifugiati. Accoglierli – ha detto il capo dell’Eliseo tra gli applausi della platea – è il nostro dovere comune di europei, ma dobbiamo faro senza lasciare il fardello a qualcuno, che siano i Paesi di arrivo o di destinazione finale”.

Secondo punto: Macron ha ribadito il proprio favore alla creazione di un esercito comune europeo. “La sicurezza è la prima delle condizioni per vivere insieme in Europa – ha spiegato – dobbiamo lottare contro l’insicurezza, contro il terrorismo sul web e i cyberattacchi”, ha proseguito il presidente, proponendo di “accogliere negli eserciti nazionali militari di ogni altro Paese europeo”. “La Francia sarà la prima a farlo”, ha aggiunto.

Capitolo terrorismo: immancabile il riferimento al tema che negli ultimi due anni hanno più angosciato i cittadini dell’Unione. E’ necessaria, ha affermato, la creazione di “una procura europea anti-terrorismo” e “una procura europea contro il crimine organizzato“, così da “poter agire insieme, dalla prevenzione alla repressione”. Servono, inoltre, una protezione civile Ue e “un’accademia europea dell’intelligence“.

Ma il rilancio passa anche attraverso l’economia e la politica. Per questo Macron ha nuovamente insistito sulla creazione di liste transnazionali per votare un “progetto coerente e comune” nelle prossime elezioni europee del 2019. Liste transnazionali sulla base dei 73 seggi che verranno lasciati dalla Gran Bretagna. “Sarà la risposta dell’Europa alla Brexit”, ha spiegato il presidente francese, che insiste anche sull’organizzazione di “convetion democratiche” in tutto il continente, un “grande dibattito”, per ripensare il nostro avvenire. “Per le elezioni” dell’Europarlamento “nel 2019 non dobbiamo avere paura di un dibattito europeo”.

Sul fronte economico, poi, c’è l’urgenza di costruire “il prima possibile una zona euro forte, efficace, solidale”. E “domani questa potenza beneficerà a tutti coloro che vorranno integrarla. Abbiamo bisogno di un bilancio più forte in seno alla zona euro”, ha insistito, precisando che la “solidarietà richiesta da un bilancio” comune “può andare solo di pari passo con maggiori responsabilità e rispetto delle regole”. Un chiaro messaggio all’Italia e ai Paesi meno virtuosi nel rispetto delle regole comunitarie.  Il presidente è quindi tornato a spingere per la creazione di un ministro delle Finanze comune e un controllo parlamentare sul bilancio di Eurolandia.

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