Harakiri. Autoeliminazione. Disastro. Tra tanti sinonimi, la partenza disastrosa delle Ferrari nel gran premio di Singapore ha solo un effetto: rendere difficilissima la rincorsa della Rossa di Maranello al mondiale piloti. Lewis Hamilton ringrazia: partito dalla terza fila, si è trovato in testa senza sapere il perché e ha vinto la gara. L’inglese ha sfruttato un’occasione unica per portare a casa quei punti che gli hanno permesso di staccare Sebastian Vettel nella classifica iridata. È successo tutto nei primi metri di gara, sotto la pioggia, che però è stata solo concausa di quanto accaduto. Vettel, che partiva in pole position, è scattato a sinistra dove, nel frattempo, Raikkonen stava cercando di sorpassare (sempre da sinistra) Verstappen. Manovra sicuramente azzardata quella del finlandese. Per tre motivi: lo stile di guida aggressivo di Verstappen, il poco spazio a disposizione per passare e, soprattutto, il rischio di coinvolgere in un eventuale incidente il compagna di squadra, compromettendo il mondiale.

Così è stato: il pilota della Red Bull, come sempre, ha lottato per non farsi sorpassare e si è scontrato con la Ferrari di Raikkonen, che a sua volta ha perso il controllo della sua monoposto, andando a colpire la Ferrari di Sebastian Vettel. Il tedesco in un primo momento ha continuato, ma dopo poco – a causa dei danni riportati a causa dell’impatto – è andato in testacoda, terminando la corsa contro i muretti del circuito metropolitano di Singapore. Tutto in una manciata di secondi. Risultato: fuori Vettel, Verstappen e Raikkonen, Hamilton in testa, safety car in pista, giudici a lavoro per delineare le responsabilità di una carambola che rischia seriamente di tagliare fuori dai giochi iridati la Rossa.

IL RESTO DELLA GARA – Dopo la ripresa, la cronaca ha offerto davvero pochi spunti. Per la Mercedes è stato il solito dominio. Partito dal quinto posto Hamilton, che sembrava destinato a cedere il passo a Vettel nel testa a testa con il tedesco per la classifica piloti, ha portato a casa il settimo successo in stagione staccando di 28 punti il ferrarista. A completare il podio la Red Bull di Daniel Ricciardo e l’altra Mercedes di Valtteri Bottas. Partenza sotto la pioggia, come detto, sul circuito cittadino di Marina Bay con il colpo di scena che decide il destino del Gp pochi secondi dopo il via. All’11esimo giro è finita la gara di Kvyat: la sua Toro Rosso è andata lunga in curva e terminato la corsa contro le barriere. Di nuovo safety car. Davanti ha provato a rimescolare le carte Ricciardo che si è fermato ai box e montato gomme intermedie. Al 20esimo giro Hamilton guidava la gara con 3”4 su Ricciardo, terza la Freccia d’Argento di Valtteri Bottas a +7”1, subito dietro la Toro Rosso di Carlos Sainz Jr e la Renault di Nico Hulkenberg. Dopo Hamilton, che ha montato gomme ultrasoft, sono andati ai box anche Ricciardo e Bottas che hanno scelto la stessa mescola. A metà gara (31 giri su 61), Hamilton aveva un vantaggio di 8”2 su Ricciardo, 16”1 sul compagno di scuderia Bottas. Hamilton ha continuato a martellare, facendo registrare il giro più veloce e aumentato il vantaggio sugli avversari. Al 39esimo giro testacoda di Magnussen e safety car nuovamente in pista. La gara è ripresa con Ricciardo nuovamente attaccato alla Mercedes: a 20 minuti dalla fine l’australiano ha un ritardo di 2”3, ma con la sfida viva anche per il secondo posto con Bottas a 2” dalla Red Bull. Non è successo più nulla. Hamilton ha esultato per la rocambolesca vittoria sotto la bandiera a scacchi. Un regalo della Ferrari: l’inglese l’ha scartato e ha messo una seria ipoteca sulla vittoria del quarto titolo iridato.

Articolo Precedente

F1, Gran Premio di Singapore: Sebastian Vettel in pole position, quarto Raikkonen. Hamilton e Bottas solo in terza fila

next
Articolo Successivo

F1, suicidio Ferrari: reazioni. Verstappen: “Colpa di Vettel”. Raikkonen: “Non ho responsabilità, sono stato colpito”

next