“Un ricorso da azzeccagarbugli”. Luigi Di Maio è intervenuto sulla sua pagina Facebook per placare le polemiche e le preoccupazioni dopo la sospensione del tribunale di Palermo delle regionarie a causa del ricorso di un attivista. Il vincitore Giancarlo Cancelleri non si tocca, è il messaggio che i vertici M5s e i parlamentari continuano a ripetere. “E’ lui il nostro candidato alla presidenza della Regione”, ha continuato Di Maio. “Come tutti gli altri candidati scelti con le regionarie. Dicono che abbiamo sospeso il tour in Sicilia e che Giancarlo sia stato ‘congelato’. Macchè! Qualche ‘nemico della contentezza’, come si dice qui in Sicilia, pensa di fermarci con un ricorso da azzeccagarbugli. Ma non hanno capito di che pasta siamo fatti. Questa occasione servirà per far conoscere ancora di più Giancarlo e il programma del Movimento 5 stelle“. Anche l’interessato ha ribadito il concetto: “Sono e rimango il candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione siciliana”.

Intanto sul Corriere della Sera ha parlato il deputato Riccardo Nuti, sospeso dal Movimento dopo il rinvio a giudizio per l’inchiesta sulle firme false e considerato vicino all’attivista che ha fatto ricorso contro le regionarie. “Ormai è chiaro”, ha detto, “che nei 5 stelle c’è un gruppo da far fuori. La vicenda di Mauro Giulivi è la prova che si è deciso di mettere alla porta alcune persone impegnate sin dall’esordio del Movimento, sempre presenti, attivissime, brave. Si procede per esclusione”. Nuti, che dice non si ricandiderà, ha rivendicato di far parte del primo Meetup, diverso da chi è venuto dopo: “Eravamo quelli del primo Meetup, osservanti, ligi alle regole, ai principi fondanti del Movimento. Ma c’era chi voleva cambiare tutto. Per cominciare la scalata”.

I 5 stelle garantiscono di essere tranquilli, anche se nell’agenda dei vertici si stanno sovrapponendo varie questioni: non c’è solo la Sicilia, ma soprattutto le primarie per scegliere il candidato presidente del Consiglio sulle quali ancora non ci sono informazioni. In merito alla questione siciliana, intervistato a Studio24, il deputato Alfonso Bonafede ha criticato la scelta dell’attivista di rivolgersi al tribunale: “Abbiamo rispetto della magistratura. Abbiamo le nostre ragioni da far valere in tribunale” ma “è sbagliato portare in tribunale scelte politiche. Il Movimento, nella sua carica innovativa, ha portato degli strumenti che non sono contemplati dalla legge. La nostra scelta di avere il non statuto e di andare online sono punti non contemplati dalla legge e questo a volte può comportare un corto circuito”.

 

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