Confronto concitato a Dimartedì (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e la consigliera regionale Pd del Veneto, Alessandra Moretti. Il casus belli è la riforma delle intercettazioni: Travaglio fa notare la diversa posizione del centrosinistra sul ddl di Berlusconi nel 2010. Moretti menziona l’inchiesta Tempa Rossa e il caso dell’ex ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi: “Lei ha subito una gogna mediatica a causa di intercettazioni che non c’entravano nulla”. “Veramente l’avete fatta dimettere voi” – replica Travaglio – “perché evidentemente avevate letto bene quelle intercettazioni”. Moretti ribatte: “Sì, perché a proposito di questione morale, noi siamo persone che tengono all’opinione pubblica”. “E, da vittime della gogna, vi siete fidati della gogna?”, chiede sarcasticamente il direttore del Fatto. “Quando un ministro viene messo in quelle condizioni” – continua l’ex parlamentare Pd – “è difficile resistere con una gogna e con un attacco mediatico di quelle proporzioni, che spesso il suo giornale è protagonista e complice nel portare avanti”. “Temo che Alessandra Moretti abbia clamorosamente sbagliato esempio” – commenta Travaglio – “La Guidi non è stata nemmeno indagata, quindi non è stata neanche assolta”. “E’ stata linciata mediaticamente”, interrompe Moretti. “La Guidi è stata intercettata al telefono col suo compagno, che è un noto lobbista delle compagnie petrolifere” – ricorda il giornalista – “E lui la pressava affinché inserisse nella manovra finanziaria un emendamento a favore dei petrolieri. A me non interessa se quello è reato o non è reato. Quella conversazione c’è stata? Sì. Può il ministro dello Sviluppo Economico fare gli interessi del suo compagno lobbysta petrolifero? No”. E chiosa, tra gli applausi in studio: “Quindi, avete fatto bene a cacciarla. Quindi, abbiamo fatto bene a pubblicare quella conversazione telefonica”

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