Per la Consob i francesi sono i veri padroni di Telecom Italia. Ne esercitano il controllo e non solo la “direzione e il coordinamento”. È questa la conclusione cui è arrivata l’autorità di vigilanza, guidata dall’ex parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Vegas. Di conseguenza, per la legge italiana, Vivendi, proprietaria del 23,9% di Telecom, dovrà consolidare nel suo bilancio anche il debito dell’ex monopolista (25,7 miliardi netti, 33 lordi). Almeno sulla carta e con un’interpretazione tutta da verificare. Esistono infatti almeno due buone ragioni perché ciò non avvenga. La prima è che non è andata così per gli ex azionisti di riferimento del gruppo: né per la Pirelli di Marco Tronchetti Provera, né per gli spagnoli di Telefonica. La seconda è che, secondo la normativa transalpina, il consolidamento non sarebbe dovuto neanche nel caso di controllo. Anche se su questo punto l’ultima parola spetterà all’Autorité des marchés financiers (AMF ), la Consob transalpina con cui è in contatto l’autorità guidata da Vegas. Senza contare che Telecom ha già fatto sapere che ricorrerà al Tar contro la decisione della Consob.

Intanto una cosa è certa: la “sentenza” della Consob lancia un assist al governo di Paolo Gentiloni che vorrebbe far valere i poteri speciali su Telecom per frenare le ambizioni francesi. La questione è sul tavolo di un comitato ad hoc di Palazzo Chigi che dovrà esprimersi entro il 23 settembre. Inoltre la posizione della Consob rafforza quella dell’Agcom, intervenuta immediatamente sulla questione Telecom quando la Vivendi di Vincent Bolloré ha acquistato il 29,9% di Mediaset. Già lo scorso aprile, l’autorità di vigilanza guidata da Angelo Cardani aveva infatti accertato l’ “influenza dominante” di Vivendi su Telecom. Per questa ragione, l’Agcom aveva intimato ai francesi di mettersi in regola con le norme anticoncentrazione cedendo in toto o in parte la quota in Mediaset o in Telecom.

Il diktat dell’autorità non è affatto piaciuto a Vivendi che pochi giorni fa ha presentato all’Agcom una proposta alternativa prospettando di affidare il 20% di Mediaset a trust cieco e indipendente. Il 13 settembre il consiglio dell’autorità ha fatto sapere di aver “preso atto” del piano di Vivendi e ha poi puntualizzato che “vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata” dalle norme anticoncentrazione entro aprile del prossimo anno. Intanto proseguirà anche “’attività di monitoraggio volta a verificare che Vivendi non eserciti comunque un’influenza notevole su Mediaset”. Un punto centrale, quest’ultimo, se Bolloré vuole arrivare all’accordo con il governo su Telecom. E poi magari riaprire la trattativa con Mediaset che, nelle more, ha chiesto a Vivendi 3 miliardi di danni per il dietrofront sull’acquisto della pay-tv Premium.

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