Michele Emiliano accoglie in Puglia il premier Paolo Gentiloni e lo attacca sulle trivellazioni e sulla “legge sulla partecipazione” della Regione, impugnata venerdì dal Consiglio dei ministri. Una norma che era destinata a riaccendere il dibattito sulla Tap. “Siamo teste dure presidente e non molliamo mai“, ha detto il governatore. “Non molleremo sugli inutili permessi di ricerca petrolifera nel nostro mare” e “faremo questa battaglia per la nostra legge davanti alla Corte Costituzionale, con tutta la forza morale di cui disponiamo”. Gentiloni è arrivato in Puglia per inaugurare la 81esima edizione della Fiera del Levante, dove ha incontrato, oltre al presidente della Regione, anche il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. Il premier non ha replicato direttamente a Emiliano ma ha detto: “Noi investiamo sulla tutela dell’ambiente, sulla green economy”.

“Lei si immagina cosa accadrà quando qualcuno proverà a sondare il mare del Salento con l’airgun sconvolgendo flora, fauna e struttura geologica del fondo marino pugliese?”. Così Emiliano si è rivolto a Gentiloni durante l’inaugurazione della fiera campionaria. Il tema è quello delle nuove autorizzazioni rilasciate dal ministero dell’Ambiente per la ricerca di petrolio e idrocarburi mediante indagini geosismiche nei mari che bagnano il Salento e le province di Bari-Brindisi. Trivellazioni a cui il governatore della Puglia si oppone.

L’altro attacco è sulla “legge sulla partecipazione” approvata il 3 luglio scorso dal Consiglio regionale. Una norma fortemente voluta da Emiliano e che ha l’obiettivo di coinvolgere i cittadini pugliesi nelle scelte politiche, come per esempio nella localizzazione o realizzazione di un’opera. Venerdì il Cdm, proprio su proposta di Gentiloni, ha impugnato la legge della Regione in quanto, si legge nel comunicato, “alcune norme prevedono strumenti di partecipazione regionale relativamente a opere statali e di interesse nazionale che incidono significativamente sul dibattito pubblico previsto per tali opere dalla legislazione statale di riferimento”. Per il governo, “ne consegue la violazione della competenza legislativa riservata allo Stato”.

“Deve essere vero che siamo un posto speciale e che dobbiamo per questo accettare una speciale sorveglianza“, ha commentato Emiliano, riferendosi alla decisione di Gentiloni. “Eppure – ha sottolineato il governatore – la nostra legge è identica sul punto a quella della Toscana che pure non è mai stata impugnata dal governo”. “Per ragioni che non comprendo – ha concluso – il Ggoverno ha più paura della libera discussione dei pugliesi che di quella dei toscani”. La legge sulla partecipazione pugliese avrebbe riaperto il dibattito sulla Tap, il gasdotto che ha sollevato le ire dei salentini – amministratori e cittadini – che si sono sentiti completamente esclusi da una scelta energetica e paesaggistica così importante.

La decisione di Gentiloni di rivolgersi alla Consulta ha irritato Emiliano anche perché è arrivata, sostiene il governatore, “nonostante avevamo offerto la piena disponibilità al governo a modificare la nostra legge ove fosse risultata politicamente indigesta“. Emiliano ha comunque “ribadito” la “disponibilità della Puglia “a trovare una nuova intesa”. “Quest’ultima vicenda – ha poi aggiunto rivolgendosi ancora al premier – mi dà la sensazione che la sua opera di pacificazione del Paese, che tanta fiducia sta suscitando negli italiani dopo i disastri del passato, debba ancora proseguire e svolgere i suoi effetti. Non demorda“.

“Se anche l’Italia, come la Puglia, avesse una legge sulla partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, le lobbies che tentano di influenzarle in violazione dell’interesse generale, troverebbero pane per i loro denti“, ha affermato il presidente della regione.  “Se a Roma – ha aggiunto – vigesse la stessa legge che abbiamo approvato in Puglia, i lobbisti che vogliono parlare con un politico o con un impiegato per sostenere il proprio business, dovrebbero iscriversi nell’apposito albo e annunciare la propria visita sulla agenda degli incontri leggibile da tutti”. “Le lobbies sono importanti – ha concluso Emiliano – ma non devono influenzare le scelte dei governi facendoli venire meno al principio d’imparzialità previsto dalla Costituzione”.

“Noi investiamo sulla tutela dell’ambiente, sulla green economy, perché sappiamo che questa può essere una delle carte fondamentali per l’Italia in Europa e nel mondo”, ha detto invece Gentiloni nel corso del suo discorso. “Il messaggio che vogliamo dare oggi da qui è che da diversi anni non ci sono mai state condizioni così favorevoli per investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno e in Puglia in particolare – ha poi aggiunto – questa è la consapevolezza che dobbiamo trasmettere all’esterno: non ci sono mai state condizioni più favorevoli per investire e la prossima legge di bilancio le incoraggerà ulteriormente”. Servono “fiducia e istituzioni rassicuranti, che diano certezza della capacità di essere presenti, di difendere il Paese e la salute dei nostri concittadini”, ha affermato il premier. Finito il suo discorso, ha lasciato la Fiera del Levante e ha raggiunto l’aeroporto per ripartire per Roma, saltando la visita agli stand istituzionali prevista dal programma.

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