Trema la terra nel Sud del Messico, come non aveva mai fatto dal 1985. Un terremoto di magnitudo 8.2 si è verificato alle 6.49 (ore 23.49 locali) al largo delle coste del Chiapas facendo oscillare anche i palazzi di Città del Messico. A comunicare il dato ufficiale è stato il presidente messicano, Enrique Peña Nieto che ha definito la scossa come la “più forte degli ultimi cento anni”. In precedenza il Servizio sismologico nazionale aveva parlato di magnitudo 8,4. Nieto ha poi dichiarato lo stato di emergenza. La scossa ha provato almeno 58 morti, secondo gli ultimi dati forniti dai governatori del sud del Paese: ci sono almeno 12 vittime nello Stato di Chiapas e tre nello Stato di Tabasco. Il governatore di Oaxaca, Alejandro Murat, ha riferito che nel suo Stato ci sono “fra 35 e 45 morti” e che Juchitan è la città più colpita.

L’epicentro è stato localizzato 87 km a sud-ovest di Pijijiapan, a una profondità di 69,7 km. Il forte sisma è stato seguito da altre sei scosse di magnitudo tra 4.4 e 5.7.  Circa un milione di persone è rimasto senza energia elettrica. Il capo dello Stato ha invitato la popolazione a stare all’erta, in vista di possibili repliche nelle prossime 24 ore, e non ha escluso danni strutturali alle abitazioni ed edifici. Il governatore dello Stato di Chiapas, Manuel Vasco Coello, ha riferito per il momento solo di due donne sono morte a San Cristobal de las Casas, capitale del Chiapas, per il crollo delle loro abitazioni. Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno messicano, ci sarebbero anche due bambini morti a Tabasco. Il governatore dello stato, Arturo Nunez, ha reso noto che una delle due giovani vittime è morta in seguito al crollo di un muro. Mentre il secondo, un neonato, è deceduto a causa del black out nell’ospedale in cui era ricoverato e quindi del blocco della macchina da cui dipendeva per respirare. Sono, invece, 120 le persone ferite nel Chiapas, secondo quanto riferito dal direttore della protezione civile dello Stato.

 

Ad Oxaca ci sono il maggior numero di vittime. Solo a Juchitán de Zaragoza, tra le zone più colpite dalla scossa della scorsa notte, sono almeno 17 le vittime. Qui, è crollata parte del palazzo municipale e molte case sono state danneggiate. Un albergo di 6 piani dello Stato nel sud del Messico, a Matias Romero, è crollato a causa delle scosse, mentre una raffineria è esplosa. Per il momento non si contano vittime né feriti per i due episodi. In queste ore si sta cercando di soccorrere le persone rimaste intrappolate in diversi edifici, tra i quali anche l’Hotel Amer. Delle nove persone che si ritiene alloggiassero nell’albergo, cinque sono vive e sono state trovate, le altre risultano disperse sotto le macerie. A Matias Romero, ci sono “molti edifici, molte case crollate”, ha detto alla Cnn il direttore della protezione civile Amado Bohorquez.

A subire dei danni sono stati anche alcuni ospedali pubblici nello Stato di Oaxaca. Luis Felipe Puente, un responsabile della protezione civile, ha precisato che i pazienti ricoverati sono stati fatti evacuare per poter valutare i danni. Anche alcune autostrade messicane sono stati danneggiati, anche se non in modo strutturale. Una vittima anche in Guatemala, come ha confermato il presidente del Paese Jimmy Morales che parlando alla tv di Stato ha invitato i cittadini alla calma. “Abbiamo notizie di danni e della morte di una persona, anche se non abbiamo ancora i dettagli”, ha detto parlando alla Tv di Stato. Il decesso sarebbe avvenuto nello stato di San Marcos, vicino al confine con il Messico.

L’allerta tsunami – La potenza del terremoto ha fatto scattare l’allerta tsunami sulla costa occidentale del Messico ed è stata estesa a Nicaragua, Ecuador, Guatemala, Panama, Costa Rica, El Salvador e Honduras. Allarme rientrato nelle ore successive al terremoto. In alcune aree della costa colpita dalla scossa ci sono comunque onde molto alte e i governatori degli stati del sudest, quali Oaxaca, Chiapas e Tabasco, hanno chiesto alle popolazioni dei villaggi lungo le coste di allontanarsi.

È il terremoto più forte dal 1985 – A Città del Messico – dove in molte zone è saltata la luce – migliaia di persone si sono riversate in strada in preda al panico. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha scritto che le agenzie competenti del governo “hanno avuto indicazione di riunirsi immediatamente per monitorare, valutare e prendere azioni” in seguito al terremoto e comunicato che la scossa è stata avvertita da 50 milioni di persone. Sempre nella Capitale, l’Angelo dell’indipendenza, lo storico monumento che si trova sul Paseo de la Reforma, già distrutto 22 anni fa, ha oscillato a lungo durante la scossa. Se la magnitudo di 8.4 venisse confermata, si tratterebbe del sisma più violento in Messico da quello del 19 settembre del 1985, di magnitudo 8.1, che provocò oltre diecimila morti.

Papa Francesco: “Vicino a chi soffre” – Al termine della messa a Villavicencio, in Colombia, Papa Francesco ha manifestato la sua “vicinanza spirituale a quanti hanno sofferto per il terremoto in Messico”. Il pensiero del Santo Padre è andato a “quanti hanno perso la vita” e quanti sono stati colpiti e hanno subito danni. Il Papa ha espresso vicinanza anche alle vittime dell’uragano Irma, “che sta colpendo i Caraibi e lasciando numerose vittime e ingenti danni materiali”. “Lo seguo nel mio cuore”, ha detto il Papa che ha chiesto di unirsi a lui in preghiera.

Il racconto di un’italiana: “Sentivo sotto i piedi la strada tremare” – “Ero in un bar, quando ci hanno invitato ad uscire in modo ordinato. Una volta fuori sentivo sotto i piedi la strada che tremava e il cielo è diventato verde. Ora continuano a suonare gli allarmi di emergenza per allertare la popolazione e il timore di tanti è che possano arrivare nuove scosse”. È il racconto di una donna, una pescarese di 32 anni, in Messico per lavoro. Al momento della scossa la giovane era a San Cristóbal de Las Casas, nello stato del Chiapas, a circa 180 chilometri dall’epicentro del terremoto.

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