Martin Schulz ha attaccato la cancelliera lì dove poteva: la Turchia, la gestione dei profughi nel 2015, il dieselgate, le pensioni e i rapporti con Trump. Il candidato del partito socialdemocratico (Spd) è sembrato sicuro, spigliato, sempre sul pezzo. E Angela Merkel ha dato l’impressione di non avere sempre la risposta pronta, di dover anche tergiversare e subire. Il primo, e forse unico, duello televisivo tra i due principali candidati alle prossime elezioni del 24 settembre in Germania, non ha deluso le aspettative, almeno rispetto a una campagna elettorale scialba e senza tensioni. Alla fine però, i sondaggi hanno spento ogni illusione di un possibile testa a testa tra l’Spd e la Cdu della cancelliera: le consultazioni flash post-confronto danno nettamente in vantaggio Merkel sia sull’Ard che sulla Zdf, le due principali reti pubbliche tedesche.

La pacatezza e il fair play sono stati quelli tipicamente tedeschi: di fronte ai quattro giornalisti di quattro diverse emittenti televisive, Merkel e Schulz, entrambi vestiti di blu, si sono rispettati e anche difesi dalle domande “troppo demagogiche“di uno dei conduttori. Ma, al contrario di una campagna elettorale finora condotta sottotono, il candidato socialdemocratico ha saputo anche attaccare e mettere in difficoltà la cancelliera nei 95 minuti di dibattito seguito da 20-30 milioni di tedeschi. Schulz ha puntato sui temi più cari al suo partito. “Se divento cancelliere interromperò i negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Ue”, ha affermato in uno dei momenti più caldi del duello. “Non rompo con la Turchia, per fare la gara a chi ha la posizione più dura”, è stata la replica piccata della cancelliera.

Merkel ha provato a ad aggiungere che “si sta verificando l’opzione di rafforzare gli avvisi per i viaggi dei tedeschi in Turchia”, dopo gli ultimi due arresti. Schulz ha avuto la risposta pronta: “Erdogan capisce soltanto il linguaggio che propongo io, quello di chi trae le conseguenze”. Anche sulla Corea del Nord, l’altro tema estero che ha avuto rilievo nel dibattito, lo sfidante ha mostrato i denti: “Trump è il presidente giusto per risolvere la crisi? No”. Molto più chiaroscura la risposta della cancelliera: “Non vedo una soluzione senza gli Usa”, ma “va detto con chiarezza che serve una soluzione diplomatica, pacifica”.

Sul fronte interno, Schulz ha incalzato su tre punti: gestione dei profughi, dieselgate e pensioni. Lo sfidante ha ricordato l’aumento del costo della vita e degli affitti a fronte di buste paga sempre più risicate e condizioni di lavoro sempre più precarie. E ha accusato Merkel di non aver usato il pugno duro contro le grandi aziende tedesche, specie nel settore dell’auto. “Per noi la priorità è stata la difesa dei posti di lavoro“, si è giustificata la cancelliera. Poi l’affondo sull’arrivo dei profughi nell’autunno 2015: Schulz sostiene che fu sbagliato aprire le porte della Germania senza consultare i partner europei. “In quel momento era necessario prendere una decisione”, ha replicato Merkel, ripetendo più volte: “Rifarei tutto“.

“Con me non ci sarà una pensione a 70 anni“, ha detto la cancelliera rispondendo a un’altra domanda. “Meraviglioso! Finalmente una posizione chiara, mi fa piacere”, è subito scattato Schulz, che ha sfruttato l’assist per tornare sul vero cavallo di battaglia di questa sua campagna elettorale: la vaghezza di Merkel rispetto a certi temi, su cui è pronta a cambiare opinione a seconda delle esigenze. “Una democrazia non si porta avanti su un vagone letto”, ha aggiunto. Quando è finito il confronto Schulz è parso visibilmente soddisfatto, ha cercato il contatto con i supporter e gli scatti dei fotografi, sentendo di aver fatto bene il suo compito.

Ma la doccia fredda è arrivata poco dopo dai sondaggi: sia sulla prima rete, Ard, che sulla seconda, Zdf, la maggior parte dei telespettatori hanno trovato la Mutti Merkel “più convincente” dello sfidante Schulz. Solo l’istituto Forschungsgruppe Wahlen dà la cancelliera in vantaggio di poco. Gli stessi osservatori del Cdu faticano a spiegare il motivo di una vittoria così schiacciante dopo un dibattito giocato quasi tutto in difesa. “Benvenuti nel regno di Angela”, commenta ironicamente lo Spiegel. E se si considera che in vista delle elezioni Merkel è davanti nelle consultazioni di 14 punti (38% contro 24%), le speranze di un recupero clamoroso dei socialdemocratici si affievoliscono. Non a caso Schulz insiste per avere un secondo duello. Lo ha detto subito dopo il confronto televisivo, ma la cancelliera non lo ha concesso. Ci sono ancora molti indecisi da convincere e su questi punta l’Spd per provare ad accorciare le distanze: ora ha solo tre settimane per farlo.

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