Metti un finanziere renziano e un leghista a Cernobbio. Metti le urne dietro l’angolo e, ancora prima, l’avvicinarsi della fine del Quantitative easing, il piano della Bce di immissione di liquidità nel sistema. Irresistibile la tentazione per Cladio Borghi, responsabile economico della Lega e teorico della rottamazione dei titoli di Stato in mano a Francoforte come via maestra per abbattere il debito pubblico, che in uno dei coffee break del Forum Ambrosetti ingaggia una singolar tenzone con Davide Serra, per portarlo dalla sua: “Ai tuoi investitori che sono preoccupati di riavere lira invece di euro digli che potrebbero avere niente invece di euro”. Irremovibile l’altro, che sottolinea i rischi miliardari degli effetti del dibattito sullo spread. Inutile lo spauracchio paventato dal leghista sul passaggio della Bce in mano tedesca dopo che Draghi avrà concluso il suo mandato

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