“La vita è un miracolo, e la mia storia lo insegna”. Quando è arrivata per la prima volta a Roma, in compagnia di sua figlia, era il 1993. Reyna Terrones Castro, peruviana, fuggita dal suo Paese d’origine, si era presentata nella capitale con solo cinque dollari in tasca. “Ero scappata dal Perù per gravi problemi familiari. Ho attraversato l’Ungheria, l’Austria e la frontiera, passando per Udine”. Oggi, dopo 24 anni passati a lavorare nella capitale, a 53 anni Reyna ha trovato il suo riscatto: gestisce una cooperativa per donne, migranti e persone in difficoltà, si impegna su temi dell’integrazione e della cittadinanza: “Insomma, aiuto chi è come me”, racconta.

Il viaggio dal Perù non è stato affatto semplice. Nel ‘93 a causa di un’epidemia di colera il Paese non consegnava visti per l’Italia. Una volta atterrate a Budapest, così Reyna e la figlia 11enne hanno viaggiato nascoste in uno scompartimento su un treno diretto verso la frontiera italiana. Poi, da Udine, in taxi, verso Roma.

Nella capitale le cose cambiano. “Ho trovato lavoro appena 12 giorni dopo il mio arrivo in città, leggendo un annuncio sul giornale specializzato Porta Portese”. Per 3 mesi lavora come colf per una coppia italiana: “Lo stipendio era molto basso, poco più di 350 euro – ricorda – E dovevo pagare la scuola per mia figlia, i biglietti dell’autobus e il prestito fatto in Perù”. Così, per oltre un anno e mezzo, Reyna lavora di mattina facendo le pulizie in vari appartamenti, di pomeriggio come colf e badante. “E nelle ore libere, spesso durante la notte, assistevo qualche malato” racconta con un sospiro.

Nel 2004, a 10 anni dal suo arrivo in Italia, Reyna decide di aprire un’attività tutta sua, dando i risparmi di una vita al notaio. “Ho avuto modo di ragionarci in seguito ad un incidente in motorino, che mi ha tenuta ferma per 45 giorni, durante i quali mi sono informata su come aprire una partita iva, come avviare e gestire una società”, sorride. È lì che nasce la Queens Servizi, cooperativa fondata da sole donne, che oggi conta oltre 20 dipendenti, incluse persone disabili, stranieri, rom e migranti, impegnandoli in pulizie, gestione mense, manutenzione del verde e progetti legati al riciclo dei rifiuti.

La giornata di Reyna è piena di impegni, tra riunioni di lavoro, attività di rappresentanza, assemblee o congressi con le istituzioni e le associazioni di categoria. Partendo da un concetto di base: ridare dignità attraverso il lavoro. “Molti parlano di accoglienza dei rifugiati, ma quelli che già sono qui hanno tanti problemi legati alla burocrazia – spiega – Per questo dobbiamo intervenire”. Oltre alla cooperativa, infatti, Reyna è presidente dell’associazione Nuovi Europei, con iscritti da 63 nazionalità diverse, che si impegna sui temi dell’integrazione e della cittadinanza.

Per Reyna il problema principale in Italia in tema di accoglienza è proprio “la mancanza di inquadramento dei soggetti immigrati o dei richiedenti asilo”. Non viene fatta, insomma, “una valutazione della storia personale di questi uomini e donne, delle loro capacità, delle caratteristiche, delle potenzialità che hanno. E di come farli diventare parte della comunità”. Per molti di loro l’Italia fornisce vitto e alloggio, con poche ore di corsi di lingua settimanali: “Dovrebbe invece metterli in contatto con la realtà sociale, fornire un corso di lingua full immersion, dare una formazione di base, permettere di conoscere le regole o le leggi, metterli in condizione di prendere una patente, di poter offrire le loro capacità anche sul mondo del lavoro”. In questo modo, e solo così, secondo Reyna, chi vuole crescere può studiare, impegnarsi. E chi vede che non è quello che sperava, può trasferirsi o tornare a casa.

Il futuro? Reyna vuole continuare a lavorare con la cooperativa. Il suo sogno, però, è quello di riuscire a completare un vecchio progetto che prevede la costruzione di una clinica a Pucallpa, sua città natale, in Perù. “Il mio Paese d’origine mi manca, certo – racconta – ma amo l’Italia, vivo e lavoro qui, e questo mi basta”. Da 24 anni, oramai, Reyna si impegna in incontri settimanali: ”Come imprenditrice mi batto per dare la possibilità alle persone di guadagnarsi il pane da vivere”, continua. Ancora oggi in tanti la chiamano per un consiglio o solo per un suggerimento: Reyna ha tempo e voce per tutti. “Nei prossimi anni mi immagino ancora al lavoro – conclude – ma spero anche di poter dedicarmi, finalmente, a fare la nonna”.

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