Non è la prima volta per il funzionario sotto accusa dopo lo sgombero di piazza Indipendenza a Roma di giovedì mattina. Il poliziotto finito al centro di un’inchiesta interna della Questura dopo la sua frase “se tirano qualcosa, spaccategli un braccio”, è lo stesso che nell’ottobre 2014 ordinò le cariche agli operai della ThyssenKruppÈ quanto emerge da una comparazione tra i video girati venerdì dopo gli scontri con i rifugiati nordafricani e quello della trasmissione di RaiTre ‘Gazebo’ di tre anni fa.

Il funzionario il 29 ottobre 2014, di fronte ai lavoratori della fabbrica di Terni che intendevano raggiungere la zona dei ministeri imboccando via Solferino, presidiata dalla polizia, ordinò “caricate! caricate!”. Quattro manifestanti rimasero feriti, contusi 4 agenti. L’allora segretario della Fiom Maurizio Landini era nelle prime file del corteo. “Siamo con voi, che cazzo state facendo?“, disse ai poliziotti ed ebbe un acceso scambio di battute con il funzionario. La questura giustificò la carica di contenimento con la motivazione che i manifestanti intendevano occupare la vicina stazione Termini.

Stavolta però ha aperto un’indagine sul dirigente. Le unità al suo comando, venerdì, sono state estromesse dal servizio nella seconda parte della giornata. Lui non risponde al telefono e ad amici e colleghi dice che non parlerà. L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia critica lo “strumentale clamore” nato da una “frase sbagliata”, pronunciata “dopo ore di tensione” e dopo che il poliziotto e i suoi colleghi sono stati “bersaglio di ogni oggetto contundente possibile, fino alle bombole di gas”. Una frase, dice il segretario dell’Anfp Enzo Marco Letizia, che “rischia di diventare l’unico scandalo di cui parlare e sul quale scatenare una improvvisa voglia giustizialista”. Per il segretario del Sindacato autonomo polizia (Sap) Gianni Tonelli “la frase è sì forte, ma è stata decontestualizzata e strumentalizzata per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica”.

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