Sono quindici le bombe che la cellula jihadista dell’attentato di Barcellona stava preparando con lo scopo di compiere altri attentati nel giro di tre settimane. A dare la notizia è il quotidiano spagnolo El Mundo, secondo cui l’esplosione nel covo di Alcanar è stata provocata dalla detonazione di uno degli ordigni. I dettagli sarebbero emersi durante l’interrogatorio di Mohamed Houli Chemlal, rimasto ferito nell’esplosione che ha causato la morte di altri due terroristi.

Il piano iniziale dei terroristi – Due ore e 55 minuti prima dell’esplosione delle 23.30 del 16 agosto, i terroristi hanno comprato 15 federe e diverse fascette per chiuderle a San Carles de la Rapita, un paesino a 16 km di Alacanar. Le federe di cotone dovevano essere riempite con il composto chimico esplosivo, per farlo seccare durante la notte. A questo punto le bombe potevano essere utilizzate a partire dal giorno successivo. L’esplosivo sarebbe rimasto utilizzabile per tre settimane. I terroristi volevano caricare le bombe sui furgoncini affittati, assieme alle bombole di butano trovate sul posto che servivano ad amplificare la potenza esplosiva degli ordigni. Secondo quanto emerge dalle indagini, i terroristi erano intenzionati a terminare il confezionamento gli ordigni nella notte del 16 agosto e, quindi, erano già in possesso di tutto il restante materiale necessario per fabbricare le bombe. Nel covo erano già presenti infatti 500 litri di acetone, acqua ossigenata, bicarbonato, chiodi, inneschi per attivare l’esplosione e una bombola di butano. Lo scopo dei terroristi era quello di fabbricare il perossido di acetone (Tatp), noto anche come “madre di Satana”, già utilizzato in diversi attentati rivendicati dallo Stato Islamico.

L’esplosione di Alcanar e il cambio di programma – Se i materiali per realizzare il Tatp sono relativamente facili da reperire, la realizzazione di questo esplosivo è molto pericolosa, spiegano esperti consultati dal quotidiano. “Mentre si mescolano gli elementi possono prodursi scintille che innescano una reazione a catena e portare a un’esplosione” spiega Antonio Ruiz de Elvira, professore di fisica applicata dell’Università di Alcalá de Henares. Ed è probabilmente quanto è accaduto ad Alcanar, dove l’esplosione ha distrutto il covo uccidendo l’ideologo del gruppo, l’imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty, e un altro complice, mentre Houli Chamlal è rimasto ferito. Fallito il piano, gli altri membri della cellula hanno deciso di compiere un attentato con un furgone lanciato sulla folla dei pedoni sulla Rambla, provocando la morte di 15 persone.

Il Belgio chiese effettivamente informazione sull’imam – La figura dell’imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty, continua ad essere al centro delle polemiche. È arrivata infatti la conferma dalla stampa spagnola che, nel marzo 2016, i Mossos de Esquadra avevano ricevuto una comunicazione della polizia belga in cui si chiedevano informazioni sull’imam ritenuto sospetto, ma non era stato risposto in modo soddisfacente. Solo ieri il ministro degli interni di Madrid José Manuel Zoido a Parigi aveva negato che la polizia spagnola fosse stata informata da quella belga, scaricando di fatto la responsabilità sulle forze dell’ordine catalane.

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