“Non abbiamo nessun interesse a rovinare una persona e non stiamo neanche discutendo delle sue idee politiche. L’importante però che è la legge rimanga il nostro punto di riferimento. Se pensi che una persona non è italiana nonostante la cittadinanza, non puoi comunque escluderla da un concorso. La legge non può essere ad personam”. Emmanuel ha 24 anni, è un ingegnere ed è uno dei fratelli di Dora, la 15enne italiana, figlia di genitori di origine ghanese, esclusa da un concorso canoro per il suo colore della sua pelle.”Italiani si nasce, non si diventa e si nasce da genitori italiani” è il messaggio che ha ricevuto dall’organizzatore, in risposta alla sue richieste di informazioni sull’evento. Una conversazione pubblicata poi dalla stessa ragazza sui social network. “Abbiamo deciso di rendere nota la vicenda  – spiega il fratello al Fatto.it  – per lanciare un messaggio forte. Noi siamo la seconda generazione, figli di persone arrivate in Italia 30 anni fa. Abbiamo le spalle larghe, abbiamo studiato qui e siamo integrati. Se non ci esponiamo noi in queste situazioni non fa nessuno. E si rischia di avere un circolo omertoso, in cui tutto passa inosservato e viene quasi giustificato. Se ci fosse stato un pentimento immediato e sincero, non ci sarebbe stata questa esposizione mediatica. Invece le sue scuse sono arrivate solo dopo la pubblicazione dei messaggi, e sono scuse che fanno più male del gesto stesso perché sono di circostanza. Due righe fatte in extremis per salvarsi da vortice negativo in qui si è trovato “.

 

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Razzismo, 15enne con cittadinanza esclusa dal concorso di canto perché di colore: “Italiani si nasce, non si diventa”

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“Fine pane mai”, la bottega di Rebibbia dove i detenuti preparano pizza e dolci: “Una breccia nelle mura del carcere”

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