La rincorsa è terminata: dopo tre anni, Rafa Nadal torna il re del tennis. A 31 anni, 2 mesi e 18 giorni, il 21 agosto lo spagnolo sarà il terzo più anziano numero 1 della classifica Atp, dopo Andre Agassi e Roger Federer. Quando il 6 luglio 2014 Novak Djokovic gli rubò lo scettro, la carriera del mancino di Maiorca, sovrastato dal gioco martellante del serbo, sembrava ormai destinata al declino, tra problemi al ginocchio e un infortunio al polso. Il 2017 invece è stato l’anno della rinascita, legato indissolubilmente al ritorno dell’amico ed eterno rivale Federer, con cui ha condiviso il dominio del tennis nel nuovo millennio e le difficoltà degli ultimi anni. Mentre lo svizzero è entrato nella leggenda vincendo il suo 19esimo titolo dello Slam a Wimbledon, Nadal ha ricominciato a macinare chilometri sulla linea di fondo campo e a vincere, così come solo lui si fare. Fino al ritorno in vetta, sancito guarda a caso proprio dal ritiro di Federer al torneo di Cincinnati. Impossibile immaginare la carriera di uno senza l’altro, ora i due “vecchietti” si sono ripresi in mano il tennis. Aspettando i prossimi rivali.

Per Nadal comincia il quarto regno da numero 1. Aveva 19 anni quando nel 2005 vinse il suo primo Roland Garros, tre anni dopo arrivò in testa alla classifica, restandoci per 46 settimane. Poi dal 7 giugno 2010 al 3 luglio 2011, numero 1 altre 56 settimane, e dal 7 ottobre 2013 al 6 luglio 2014. “Per me essere al numero 1 rappresenta qualcosa di molto speciale. Ho ancora tanta passione e amore per questo sport”, ha commentato Nadal. “C’è una nuova generazione di talenti che ha reso molto duro il ritorno. Io e Roger stiamo vivendo una grande stagione – ha aggiunto – ovviamente non abbiamo più 20 anni e non possiamo giocare con continuità, ogni settimana”.

Non ha più 20 anni Rafa, ma il suo 2017 è stato comunque un anno magico, cominciato con la finale persa agli Australian Open proprio contro Federer. Lì sono iniziati onori e tributi per la leggenda svizzera, mentre Nadal nel silenzio preparava il suo ritorno. Qualche buon torneo sul cemento, aspettando l’amata terra rossa: ha vinto per la decima volta sia Monte Carlo che a Barcellona. Poi la cavalcata trionfale al Rolland Garros. Il resto è storia di questi ultimi mesi: gli stop forzati di Djokovic ed Andy Murray – dominatori della passata stagione – spalancano la strada a Rafa che si avvicina sempre di più alla vetta. Aveva iniziato l’anno da numero 9 del mondo con appena 3.195 punti, quasi 10mila meno del numero 1 Murray. Da lunedì ne avrà 7475, 325 in più dell’inglese.

La rivincita dei “vecchietti” però non è ancora finita. Anzi il bello comincia ora. Nadal sarà testa di serie all’Open degli Stati Uniti, dove storicamente e per caratteristiche Federer è favorito rispetto allo spagnolo. L’anno scorso entrambi saltarono l’appuntamento sul cemento a stelle e strisce per rispettivi infortuni, quest’anno saranno i protagonisti assoluti, salvo i dolori alla schiena che potrebbero bloccare lo svizzero. Un testa a testa tra i due eterni rivali che durerà fino a fine stagione: chi vincerà di più sarà numero 1. Hanno qualche capello in meno, qualche ruga e qualche acciacco in più, ma Nadal e Federer non hanno smesso di essere ancora lo spettacolo che tutti vogliono vedere, appassionati di tennis e non. I due “vecchietti” tornati re, dovranno però stare attenti al ventenne tedesco Alexander Zverev, il nuovo che avanza, rivelazione di questa stagione e l’unico in grado di interrompere il ritorno al passato di questo nostalgico, ma bellissimo, 2017 tennistico.

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