Attacchi e insulti omofobi si sono ripetuti per mesi. E alla fine i due soci hanno deciso di chiudere dopo l’ennesimo raid notturno per imbrattare i muri della loro scuola di danza. “Froci, via da qui”, hanno scritto questa volta sulle pareti della scuola di danza Vanity Dance Studio, in zona Centocelle, a Roma. Andrea Pacifici e Simone Panella hanno detto basta, spiegando le loro ragioni in un lungo post di Facebook nel quale annunciano che caleranno per sempre la saracinesca.

Il post su Facebook
“Dal primo giorno che abbiamo aperto purtroppo abbiamo avuto problemi con alcune persone, minacce, discussioni, inseguimenti, atti intimidatori, allagamenti. Tutto documentabile – scrivono – Con tutte le forze abbiamo cercato di andare avanti cercando di creare un clima familiare all’interno della scuola. Non abbiamo ancora avuto il coraggio di denunciare l’accaduto, oggi troviamo il coraggio di parlare. Queste sono le immagini di quello che abbiamo trovato nella nostra scuola giorni fa! Mi auguro che non accada ad altri quello che oggi è accaduto a noi. Perché tutto questo credetemi fa veramente male“.

Decine di commenti di solidarietà
Dopo la pubblicazione del post sulla pagina Facebook sono piovuti decine di messaggi di solidarietà nei confronti dei due direttori della scuola. Molti invitano a denunciare e non mollare. Su Pride Online si legge che la scuola “è un vero centro di riferimento per molti ragazzi e ragazze amanti della danza e dell’attività sportiva”. “La notizia della scuola di danza imbrattata con insulti e vili epiteti – scrive sempre Pride Online – è circolata nella notte sugli smartphone della comunità Lgbt, svilita da un ultimo atto omofobo di cui sono vittima Andrea Pacifici, Simone Panella e tutta la Vanity Crew, gruppo di promettenti danzatori, creativi su tacchi vertiginosi, che poco più di un anno fa si è guadagnata la finale di Italia’s Got Talent. Noti per le loro doti atletiche e performative, il gruppo si è affermato più volte all’estero in competizioni create ad hoc dove hanno messo in mostra tutto il loro talento tecnico”.

Le reazioni
“Sono solidale e vicino a chi lavora e frequenta la scuola di danza. Chi fa scritte omofobe manifesta solo ignoranza e aggressività che sono spesso prodotto della paura di chi non ha gli strumenti per affrontarle”, è il commento del vicesindaco di Roma Luca Bergamo. “L’episodio intimidatorio in una scuola di danza romana è un gravissimo atto di omofobia che si scaglia contro un luogo che produce cultura e arte attraverso la danza. Scritte ed epiteti offensivi sui muri della scuola hanno costretto alla chiusura. La nostra solidarietà è totale verso la scuola, che ha deciso di denunciare l’accaduto – dichiara il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo – Conosciamo bene episodi simili che periodicamente si ripercuotono in maniera simile anche presso la nostra sede a Testaccio”. Il presidente del Gay Center, Angela Infante, ricorda che è statao “istituito un premio speciale per chi combatte l’omofobia nel mondo della danza con una borsa di studio a chi trasmette un messaggio contro le discriminazioni danzando. Oggi siamo con questa scuola e continueremo ad esserlo laddove siano a repentaglio spazi artistici che producono cultura ed emozioni”. “Ci sono mura da ripulire e una scuola che ha bisogno di essere sostenuta, non solo attraverso la pulizia della scritte omofobe –  afferma invece il numero uno di Arcigay Roma, Francesco Angeli – E’ necessario un chiaro segnale di solidarietà da parte delle istituzioni in una città che conosce ripetutamente azioni contro le persone gay, lesbiche, bisex e trans”.

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