Infogroup passa di mano. L’azienda che si occupa di software e servizi telematici per banche e altri soggetti istituzionali e commerciali, finora nel gruppo Banca Intesa San Paolo, finirà a Engineering, azienda leader del settore con 9mila dipendenti, 50 sedi distribuite nel mondo e un portafoglio ricavi di circa 934,6 milioni di euro. Ma l’accordo è stato comunicato a cose fatte ai lavoratori (in tutto i dipendenti sono 477) e ai sindacati, circostanza che ha messo in allarme le organizzazioni sindacali: “Non erano tenuti a informarci – dice Antonio Michi, rsu della Fim-Cisl – Siamo in presenza di un passaggio azionario, ma sono tre anni che chiediamo aggiornamenti su possibili acquirenti ed era stata assicurata ogni preventiva informazione”. Una mancanza di attenzione che ha fatto scattare già uno sciopero, con lo stop di un’ora e un sit-in davanti ai cancelli della sede di Firenze.

Dall’azienda si assicura che tutto arriverà senza stravolgimenti organizzativi, ai dipendenti impiegati e quadri (ma non ai dirigenti) viene garantito il posto per almeno 5 anni senza licenziamenti collettivi, non vengono smantellate le sedi di Firenze e Torino e resta in vigore l’attuale contratto integrativo che definisce permessi, compensi di reperibilità, calcolo del premio di produzione e accesso al credito.

I lavoratori riuniti in assemblea con i sindacati hanno preso atto della riluttanza dell’azienda nel condividere le informazioni. All’unanimità è stato definita non sufficiente la garanzia di non procedere con licenziamenti collettivi per 5 anni. Dipendenti e loro rappresentanti vogliono inserire altre garanzie come la conoscenza del volume di lavoro garantito con il passaggio ad Engineering. “Engineering è una grandissima azienda – spiegano i lavoratori – ma non segue ad esempio la parte petroli come facciamo noi. Intendo la cura dei pagamenti automatizzati di Eni, Tamoil , Total, una fetta di mercato importante”. 

Tra le garanzie da mettere nero su bianco anche la continuità del lavoro nelle sedi di Firenze e Torino senza smantellamenti e trasferimento del personale e infine è fondamentale la sicurezza per i dipendenti che non siano ridotti i loro stipendi e i servizi resi loro disponibili. “E’ molto importante che Intesa San Paolo ci garantisca che non ci sono saranno modifiche nelle condizioni dell’accesso al credito agevolato per i dipendenti – ribadisce Simone Mannini della Fim-Cisl – Molti di loro sono esposti per mutui e prestiti ottenuti a condizioni vantaggiose in quanto dipendenti Infogroup, se questo dovesse venire meno si comprende quali difficoltà comporterebbe per le famiglie. Fondamentale salvaguardare queste condizioni di cui deve farsi carico il cedente ossia Intesa San Paolo”. Per tutti questi motivi l’assemblea ha chiesto un altro incontro entro il 12 settembre. Se le richieste non verranno accolte, i lavoratori promettono già di interrompere reperibilità e interventi fuori orari, ma anche una giornata intera di sciopero.

di Valentina Roselli

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