Il disastro di Marcinelle come monito da seguire sul fronte della sicurezza sul lavoro. Ma anche su quello dell’accoglienza dei migranti arrivati nel nostro Paese. Nel giorno del 61° anniversario dell’incendio alla miniera di carbone di Bois du Cazier il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda l’incidente in cui morirono 136 italiani emigrati in Belgio e rilancia il tema dell’integrazione che proprio in queste ore sta spaccando il governo di Paolo Gentiloni. 

“L’8 agosto di 61 anni fa a Marcinelle, dove persero la vita, tra gli altri, 136 nostri connazionali, si consumò una sciagura che ha lasciato un ricordo indelebile nella memoria europea”, ha detto il capo dello Stato, definendo Bois du Cazier, “luogo simbolo del lavoro italiano nel mondo. Mentre onoriamo la loro memoria, siamo esortati a mantenere vivo il senso di riconoscenza per i sacrifici affrontati da tutti i lavoratori italiani, emigrati alla ricerca di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie. Le loro fatiche sono state feconde. Esse hanno contribuito a edificare un continente capace di lasciarsi alle spalle le devastazioni della seconda guerra mondiale e di offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale”.

Un anniversario, quello della tragedia belga, che per Mattarella deve servire da esempio. “Il dramma di Marcinelle -sottolinea il presidente della Repubblica – ci invita a riflettere anche sul tema irrisolto della sicurezza nei luoghi di lavoro, ancor oggi di grande attualità: rimane un impegno prioritario delle autorità italiane ed europee”. Ma non solo. Perché per il capo dello Stato i morti di Bois du Cazier devono servire da monito anche sul fronte dell’accoglienza. “Generazioni di italiani – ha detto Mattarella –  hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione, hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza. È un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea“.

Parole che danno lo spunto a Matteo Salvini per un nuovo attacco al Presidente della Repubblica: “Mattarella paragona gli italiani emigrati (e morti) nel mondo ai clandestini mantenuti in Italia per fare casino? Si vergogni! Mattarella non parla a nome mio. #STOPINVASIONE“, scrive su Facebook il leader della Lega. “È vergognoso che il presidente Mattarella, nel ricordare la strage di Marcinelle, paragoni gli italiani che andavano a sgobbare in Belgio o in altri Stati, dove lavoravano a testa bassa, dormendo in baracche e tuguri, senza creare problemi, agli immigrati richiedenti asilo che noi ospitiamo in alberghi, con cellulari, connessione internet, per farli bighellonare tutto il giorno e avere poi problemi di ordine pubblico”, dice Paolo Grimoldi, deputato del Carroccio e segretario della Lega Lombarda. “Paragonando questi richiedenti asilo nullafacenti agli italiani morti a Marcinelle – attacca il leghista – il presidente Mattarella infanga la memoria dei nostri connazionali. Si vergogni”.

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