La decisione di affiancare la Francia nella guerra in Libia contro Muammar Gheddafi nel 2011 fu presa dal governo Berlusconi e “approvata con schiacciante maggioranza” dal Parlamento. In un’intervista a La Repubblica Giorgio Napolitano ripercorre la catena delle decisioni assunte all’epoca dall’Italia. “Dire che il governo fosse contrario e che cedette alle pressioni del capo dello Stato in asse con Sarkozy, non corrisponde alla realtà – spiega il presidente emerito al quotidiano – i miei rapporti con l’allora presidente francese erano di certo poco intensi e tutt’altro che basati su posizioni concordanti in un campo così controverso. E non soltanto io trovai fondate le considerazioni del Consigliere Archi, ma concordarono con esse anche autorevoli membri presenti del governo, come il Ministro della Difesa La Russa“.

“L’ Italia – ricorda Napolitano – era interessata a che il da farsi sul piano internazionale in difesa dei diritti umani e del movimento della primavera in Libia non rimanesse oggetto di una sortita francese fuori di ogni regola comune, ma si collocasse nel quadro delle direttive dell’Onu e nell’ambito di una gestione Nato“. Nella sede informale del Teatro dell’Opera, continua Napolitano, “potemmo tutti renderci conto della riluttanza del presidente Berlusconi a partecipare all’ intervento Onu in Libia. Il presidente Berlusconi ha di recente ricordato il suo travaglio che quasi lo spingeva a dare le dimissioni in dissenso da una decisione che peraltro spettava al governo. Che egli abbia evitato quel gesto per non innescare una crisi istituzionale al vertice del nostro Paese, fu certamente un atto di responsabilità da riconoscergli ancora oggi. Però, ripeto, non poteva che decidere il governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l’adesione anche dell’allora opposizione di centrosinistra“.

Il primo a commentare l’intervista di Napolitano è Matteo Salvini: “Napolitano non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, dovrebbe essere processato“, scrive il leader della Lega Nord su Twitter. Parole cui replica Luigi Zanda: “A proposito di Salvini, c’è un momento in cui l’essere il campione degli antisistema diventa sabotaggio nei confronti dell’Italia. La dichiarazione di Salvini sul presidente Napolitano, dice che questo limite è stato superato”, commenta il presidente del Pd a Palazzo Madama.

Nel pomeriggio il presidente merito dirama una nota per esprimere “i suoi sentimenti di riconoscenza e apprezzamento per tutte le personalità istituzionali e politiche – tra cui i Presidenti di Camera e Senato e il Presidente del Consiglio Gentiloni – che hanno voluto indirizzargli messaggi di solidarietà dinanzi ai grossolani e inauditi attacchi rivoltigli, fondati su spudorate falsificazioni dei fatti relativi all’intervento ONU in Libia del 2011”.

Dalla Libia torna a far sentire la propria voce Sayf Al Islam Gheddafi: “Gli italiani stanno ripetendo lo scenario della Nato provocando i sentimenti dei libici, il loro amore per la patria, con l’invio di navi da guerra che violano la sovranità della Libia a causa della condotta irresponsabile di alcuni funzionari libici”, sostiene il figlio dell’ex leader libico, secondo una fonte citata da Libya 24 Tv, come riferisce il portale Libyan Express. Il riferimento è al governo di concordia nazionale di Fayez Al Sarraj, che il 23 luglio ha chiesto all’Italia supporto in mare contro i trafficanti di uomini. Dichiarazioni che arrivano dopo che mercoledì sera la tv satellitare Al Arabiya ha riferito di un ordine del generale libico Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, che sarebbe pronto a bombardare le navi italiane che sconfineranno nelle acque territoriali libiche.

Una settimana fa era stato proprio Haftar a confermare che Sayf Al Islam “è libero”, dopo la prigionia iniziata nel 2011 con la cattura da parte di una milizia di Zintan al culmine della rivoluzione contro il colonnello. La liberazione dell’erede politico, a giugno, era stata annunciata dalla stessa milizia di Zintan e dall’avvocato libico Khaled Al Zaydi. Giovedì scorso Haftar, assicurando che Sayf Al Islam Gheddafi “si trova in un luogo sicuro”, ha detto al quotidiano Al Hayat di essere favorevole all’ipotesi che il figlio dell’ex leader libico assuma un ruolo politico in Libia, “se lo desidera”.

La politica italiana sulla Libia è una “politica nostalgica della visione coloniale e fascista che considerava le coste di Tripoli come una colonia di Roma – ha detto ancora Gheddafi – i politici italiani hanno rovinato la sintonia e i rapporti che erano alla base delle relazioni tra i due Paesi vicini dopo aver concesso alla Nato di bombardare le città libiche da basi italiane”.

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