Alla fine il nucleare viene abbandonato per via dei costi, non per i problemi ambientali e di sicurezza che causa. Il problema di questa logica è che, ad esempio, come alternativa si considerano ancora carbone e gas, o che c’è resistenza a mandare in pensione il parco reattori esistente. Quindi bene per i progetti che vengono abbandonati, ma non basta.

Qui di seguito un esempio sconfortante.

Sonal Patel, una giornalista esperta, afferma che Scana Corp. e Santee Cooper hanno cessato la costruzione delle unità 2 e 3 presso la Stazione nucleare in South Carolina. I proprietari del progetto hanno dichiarato che la decisione, scattata dall’analisi dei dati dettagliati sui piani e sui costi, avrebbe risparmiato ai clienti quasi 7 miliardi di dollari. Il progetto, completo al 64%, è stato in forse dal momento in cui il contraente chiave Westinghouse ha chiesto fallimento. La decisione è giunta pochi giorni dopo che la società madre di Westinghouse – Toshiba – ha accettato di pagare ai due titolari di progetto quasi 2,2 miliardi di dollari per coprire le proprie passività nel progetto nucleare incompiuto. Toshiba ha raggiunto un accordo analogo di 3.7 miliardi di dollari con Southern Co: entrambi riguardano i progetti nucleari AP1000.

Per Santee Cooper, la decisione è stata fondata “in gran parte su un’analisi completa dei dati di pianificazione e dei costi dettagliati, sia dal project contractor Westinghouse Electric Co. che dal subcontractor Fluor Corp., che ha rilevato Westinghouse dopo il fallimento nel mese di marzo”. La decisione è stata raggiunta dopo “considerando i costi aggiuntivi per completare le unità, l’incertezza sulla disponibilità di crediti d’imposta per la produzione per il progetto, l’importo dei pagamenti previsti per la liquidazione della garanzia da parte di Toshiba Corp. e altre questioni legate alla continuazione della costruzione”. Antee Cooper, comproprietario, ha speso circa 4,7 miliardi di dollari in edilizia ed interessi fino ad oggi per la sua quota del 45% del nuovo progetto di energia nucleare. “L’analisi mostra che il progetto non sarebbe stato finito fino al 2024, quattro anni dopo la data di completamento più recente prevista da Westinghouse e avrebbe finito per costare ai clienti di Santee Cooper per un totale di 11,4 miliardi di dollari”.

Alla fine – e in piena sintonia con le linee di tendenza che favoriscono grandi impianti e catastrofi climatiche, SCE & G ha valutato la fattibilità di completare l’unità 2 ma abbandonando l’unità 3 sotto la struttura di proprietà esistente, appoggiandosi alla generazione di gas per soddisfare le esigenze di produzione rimanenti, anche se SCE & G ammette di raggiungere una capacità di megawatt simile del suo 55% previsto col nucleare, ma di andare contro la legislazione / regolamentazione delle emissioni di carbonio e esponendosi alla volatilità dei prezzi del gas”.

Le unità modificate avrebbero bisogno di essere in linea prima del 1° gennaio 2021, per beneficiare di crediti d’imposta per la produzione, in base alle regole fiscali vigenti. L’abbandono del progetto costerà 4,9 miliardi di dollari, per i quali SCANA cercherà il recupero. Le attività abbandonate dovrebbero essere ammortizzate in 60 anni, dicono i funzionari

Il succo di questa vicenda è surreale: si attesta che i costi del nucleare non sono più convenienti, ma ci sia affida alla presunta convenienza del gas per i prossimi 60 anni, quando, secondo la Cop 21 di Parigi, senza una svolta di decarbonizzazione, le possibilità di una catastrofe climatica saranno assai probabili e già in corso.

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